La Piazza del Carmine [di Antonello Sanna]

 

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Pubblichiamo l’intervento letto da Antonello Sanna in Piazza Carmine in occasione della FAIMARATHON Cagliari… tra bianchi colli e piazze svoltasi a Cagliari domenica 12 ottobre un percorso che ha coinvolto 10 piazze della città ed un centinaio di accademici, studiosi, professionisti, intellettuali, artisti che si sono prestati a fare i “ciceroni speciali” per spiegare la bellezza della città del sole (NdR).

La Piazza del Carmine è anzitutto un importante crocevia urbano del processo di modernizzazione che ridisegna il volto di Cagliari tra gli ultimi decenni dell’800 e i primi del ‘900. Nella fase dello “smuramento” è in quel settore di sud ovest che si concentrano le maggiori innovazioni mediante le quali, in termini infrastrutturali, architettonici e anche simbolici, verranno fissati i presupposti della città contemporanea.

In una Sardegna attraversata dalla grande “epopea ferroviaria”, è proprio attorno al nuovo terminal regionale dei trasporti, la Stazione di testa collegata alle nuove infrastrutture portuali, che si costruisce il progetto urbano di insediamento della nuova borghesia imprenditoriale, che attorno a quel programma si è definitivamente consolidata, sull’asse della Via Roma. E la nuova Piazza, il cui lato sud è costituito da quei palazzi i cui nomi ancora ricordano quelli dei costruttori delle grandi infrastrutture (Chapelle, Aurbacher…e più ad est, sui portici, Magnini, Zamberletti..), è il contraltare “calmo” del movimentato parterre della Stazione.

Ognuno dei lati della Piazza, del resto, ha una sua precisa e forte caratterizzazione, tanto da formare un’antologia di storie e microstorie – nelle quali la dimensione pubblica si intreccia alle privatissime vicende delle famiglie e dei gruppi economici – come pure di stili e tecniche costruttive, sino agli anni ’20 del ‘900. Se il fronte sud è la controfaccia della palazzata di Via Roma, sul fronte occidentale – dall’altro lato del Convento – si avvia l’asse industriale di nord ovest, con l’insediamento metallurgico dei Doglio, che farà della Piazza il punto di inizio di un viale alberato dove presto i palazzi classicisti e subito dopo le residenze liberty (lo stile della borghesia industriale europea più colta e affermata) si affiancheranno alle industrie.

Il lato corto orientale, quello più aderente alla città storica e ai suo bastioni, è invece tutto pubblico e viene definito ai primi del ‘900 dal fianco di una delle Scuole Elementari – il “Satta” di De Gioannis e Setti – che insieme al Palazzo di Città costituiscono un caso esemplare di come l’architettura delle istituzioni possa essere un grande monumento civile, fattore di qualità urbana durevole. Il fronte viene completato negli anni ’20 dall’edificio del Provveditorato alle Opere pubbliche.

L’ultimo fronte ad essere completato, alla fine degli anni ’20, è quello nord. Là sorge il nuovo Palazzo delle Poste, in un momento storico nel quale in questi complessi si concentrava la punta avanzata della tecnologia delle comunicazioni e un crocevia strategico dei nuovi poteri. Un crollo (non il primo evento traumatico della Piazza: alla fine dell’800 il cantiere di quello che diventerà ai primi del ‘900 il Palazzo Chapelle implode, seppellendo l’attivo promotore di quell’impresa, Francesco Todde Deplano) a seguito del quale si realizzerà il primo edificio pubblico in cemento armato di Cagliari.

 

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