L’archeologia nelle città storiche [di Maria Antonietta Mongiu]

Roman_Amphitheatre_of_Cagliari

L’Unione Sarda 12/11/2014. La città in pillole. Prima di scavi e restauri sono necessari analisi, rilievi e modelli d’impatto. Come vivere in una città storica? Cosa fare del suo patrimonio archeologico? Domande ineludibili in epoche in cui tra progettualità ed archeologia c’è un conto aperto. Ogni volta in cui si progetta in città la cui vicenda insediativa data millenni, il dibattito assume toni emergenziali.

E’ di ore la notizia che il ministro del MIBACT vuole rifare il pavimento del Colosseo. L’Anfiteatro romano di Cagliari non ha insegnato nulla? Degradato, inutilizzato come luogo di spettacolo, occultato alla vista, è un monito. Prima di scavi, restauri, “valorizzazioni” sono necessari analisi, rilievi, modelli d’impatto. Ma le chiacchiere sono più rassicuranti e veloci di azioni ponderate.

Insistere sui quesiti iniziali connota dunque il livello di consapevolezza di chi si prende cura delle città storiche: amministratori in primis. Ne traccia le dinamiche. Misura la forza dell’urbano e la sua reale presenza. Quali nel microcosmo cagliaritano? Qualche esempio.

Nel 1937/1941 fu distrutto tra le vie Malta e Mameli, per un palazzo di poco pregio, un tempio-teatro terrazzato. Dedicato a Venere e Adone, fu fulcro delle nuove centralità romano repubblicane ma anche mediazione con i sostrati.

Nel 1954 il Comune cedette i due fabbricati del Mercato in Largo Carlo Felice, inaugurato nel 1886 e bello quanto la Boqueria di Barcellona. Fu ruspato per far posto a due istituti bancari. Niente rimane della vasta area archeologica che nello spazio della Banca Nazionale del Lavoro  restituì, per Ferruccio Barreca, il recinto di un tempio ed un colonnato ed in quello della Banca d’Italia un complesso termale di cui persiste un lacerto nel caveau.

I recenti scavi nella chiesa di sant’Agostino integrano il complesso termale con un portico mosaicato e acclarano le sequenze che si sono succedute dalla fase punica fino a quella  medievale ed i tanti riusi, solo intuibili nelle scarne foto di quella mattanza archeologica.

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