I mille volti di Buoncammino [di Franco Masala]

murate interno

Nel 1957, mentre il Consiglio comunale discuteva sull’opportunità di intervenire sul Bastione di S. Remy, gravemente danneggiato durante i bombardamenti del ’43, sulle pagine de “L’Unione Sarda” i lettori sviluppavano un dibattito sul tipo di provvedimento da realizzare.

Erano contemplate ipotesi disparate come la conservazione del moncone del grande arco centrale a monito per tutte le guerre, o la ricostruzione integrale ma con l’arco più piccolo per “ridare equilibrio all’edificio”. Non mancava chi aveva un “sogno” da sistemare entro il nicchione: una collinetta di rocce e muschi con zampilli e, in cima, un nuraghe in miniatura illuminato di rossoblu, colori della città. Come possiamo verificare oggi, fortunatamente il Consiglio comunale optò per la ricostruzione “dov’era e com’era”.

Nel 2014, all’atto della dismissione del vetusto carcere di Buoncammino, fioriscono puntualmente sul quotidiano sardo le proposte e i pareri per la sua futura destinazione. Albergo pluristellato, museo d’arte antica e contemporanea, residenze studentesche, uffici per la pubblica amministrazione, museo d’arte moderna, e via elencando. Proposte eterogenee che hanno soprattutto il torto di giungere a posteriori mentre, conoscendo perfettamente il momento dell’abbandono dell’edificio, si sarebbe dovuto pensare alla sua riutilizzazione già da tempo.

Del resto se i “vuoti” caratterizzano in modo ancora problematico la città, la presenza di molti “pieni” inutilizzati – dall’ex ospedale militare al S. Giovanni di Dio, ormai semi abbandonato, dalla ex clinica Macciotta alla Manifattura dei tabacchi – individua tutto un fiorire di “contenitori” che mancano di un progetto unitario che valga a restituirli pienamente alla collettività in modo adeguato.

Perché non volgere uno sguardo al progetto di recupero urbano dell’ex carcere fiorentino delle Murate che, pur rispettandone il valore storico e architettonico, lo ha trasformato in un pezzo integrato della città, con il più ampio insieme di funzioni possibili che ripropongono la complessità e la ricchezza di quel comparto edilizio? E si tratta di edilizia residenziale pubblica con alloggi per giovani coppie, di spazi sociali e di svago, di uffici, di luoghi per il commercio, di passaggi per la collettività.

*Firenze, l’ex carcere delle Murate, veduta della piazza interna.

One Comment

  1. klement

    L’area verde intorno non ha più motivo di essere lasciata vuota per motivi di sicurezza. Quindi cediamola al Comune come ampliamento dei giardini pubblici

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