Indipendentismo per incolti [di Maurizio Onnis]
Spiegare l’indipendentismo a chi indipendentista non è. Difficile, soprattutto quando s’incontrano persone che non conoscono quasi niente della storia della Sardegna, dei suoi rapporti ineguali con lo Stato italiano, della posizione subordinata dell’isola nell’economia occidentale e mondiale. E ancor meno sanno dei rapporti di forza tra ceti politici centrali e locali o delle dinamiche sottostanti la produzione di un piano regionale paesaggistico o energetico. Ebbene, queste persone oggi in Sardegna sono la maggioranza e l’indipendentismo ha bisogno del loro consenso per fare massa sufficientemente critica. Come spiegare l’indipendentismo agli incolti? Ecco dieci motivi per cui la Sardegna dovrebbe cercare e guadagnarsi la sovranità statuale. Intuitivi, semplici, polemici e discutibili quanto basta per attirare alla chiacchiera anche i meno interessati. Lo scopo è battere il ferro finché non si piega. 1) È assurdo che una grande isola come la Sardegna sia governata dal continente. Una grande isola come la Sardegna, posta nel centro del mare Mediterraneo, ha il diritto di governarsi da sé. È la geografia a dirlo. 2) I Sardi sono italiani per il capriccio della storia. Quattro secoli fa erano spagnoli. Dodici secoli fa erano bizantini. Sedici secoli fa erano romani. Ventiquattro secoli fa erano punici. Ma mentre erano tutto ciò, la storia e la geografia hanno fatto sì che i Sardi fossero prima di tutto Sardi. Per essere Sardi e basta ai Sardi serve l’indipendenza. 3) Ogni popolo ha il diritto di scegliersi il tipo di Stato e di governo che preferisce. I Sardi non sono mai stati interpellati su questo. Nessuno ha mai chiesto loro quale Stato e governo preferivano. Hanno (quasi) sempre ricevuto e preso lo Stato e il governo che altri davano loro. Eppure, anche i Sardi hanno diritto di fare, in tale campo, ciò che vogliono. 4) Ogni popolo ha il diritto di scegliere la propria lingua, le proprie istituzioni sociali, le proprie usanze, di coltivarle, cambiarle, migliorarle, tramandarle di generazione in generazione. I Sardi hanno questo diritto, ma non lo potranno praticare per intero fino a quando non saranno indipendenti. 5) È impossibile che gli interessi dei Sardi e della Sardegna siano curati nel modo migliore da un governo che siede a Roma (o in qualsiasi altro posto) e non è composto di Sardi. Gli interessi dei Sardi e della Sardegna possono essere curati nel modo migliore solo dai Sardi. Qualsiasi governo della Sardegna che sieda fuori della Sardegna curerà prima di tutto i propri interessi, non quelli dei Sardi. 6) Ogni popolo ha il diritto di instaurare con gli altri popoli le relazioni che trova più opportune. I Sardi non possono lasciare che a decidere questo per loro siano altri. I Sardi devono decidere da soli se essere amici o nemici di europei, africani, asiatici, americani. In particolare, una grande isola come la Sardegna, egualmente distante dall’Europa e dall’Africa, può e deve diventare il ponte tra continenti e genti diverse. 7) Ogni popolo, come ogni individuo, ha il diritto e il dovere di diventare maggiorenne. I Sardi non saranno maggiorenni fino a quando lasceranno che altri decidano al posto loro le cose che li riguardano. Rimarranno bambini, con tutti i problemi che l’infantilismo genera. 8) Ogni popolo, come ogni individuo, ha il diritto e il dovere di procurarsi da sé le risorse necessarie per vivere. I Sardi, prima di accontentarsi d’impieghi e pensioni statali, hanno il diritto e il dovere di cercare sostentamento nelle risorse della Sardegna: coltivandole, trasformandole, commerciandole per se stessi e con i continentali. Devono decidersi a produrre almeno quanto consumano, senza aspettare che il di più cada in regalo dal cielo. 9) Ogni popolo ha il diritto di arricchirsi. I Sardi non potranno arricchirsi fino a quando lasceranno che altri decidano al posto loro in che modo sfruttare le risorse della Sardegna. I Sardi non potranno arricchirsi fino a quando la loro parte nel sistema economico internazionale sarà decisa da chi vive fuori della Sardegna. 10) La Storia è una competizione cinica in cui il più forte vince e il più debole perde. L’indipendenza renderà i Sardi più forti. Solo l’indipendenza eviterà ai Sardi di essere estromessi dalla Storia. Che gusto c’è a essere sempre l’ultima ruota del carro?
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Dieci punti che in ogni mio confronto con chi non crede ad una Sardegna indipendente e libera di scegliere il proprio destino io porto al tavolo.
Soprattutto il settimo perché la prima obiezione che un non indipendentista fa è: siamo tutti dipendenti statali, dove vogliamo andare.
Ecco, che ci lascino crescere magari partendo anche dal fondo (in sardo logudorese, in camminu s’accontza barriu – piano piano capiremo come migliorarci). Impareremo, come i nostri avi hanno imparato a vivere in un’isola dove non c’erano aerei ed Internet.
A chi obietta portando il solito “siamo invidiosi e ci caviamo gli occhi tra noi”, io rispondo con la geografia. Si! La Sardegna è di per se un continente gia di suo. Gli “italiani” non sono forse in competizione economico-sportivo con francesi e tedeschi e tanti altri? E’ fisiologico per differenze pregresse ma che si superano dal momento che si ha un senso comune del dovere e un unico obiettivo.
Siamo un’isola e da soli non ce la faremo, dicono. Io rispondo, siamo al centro del più importante mare del mondo a contatto con i commerci più importanti al momento del mondo. Quale altra fortuna dobbiamo attendenre?
VIVA LA SARDEGNA INDIPENDENTE. IN CHE MODO POSSO DARE IL MIO CONTRIBUTO DA VENETO ?