Per Walter e per tutti noi [di Franco Meloni]
La Storia di Elsa Morante è pensata “Por el analfabeto a quien escribo”. Dare la parola a chi non ha argomenti contro tutti i latinorum che annebbiano i problemi è stata la missione di quanti vedono nell’educazione scolastica il modo per liberare l’umanità. Da Leopardi a Don Milani la ghirlanda di proposte tendenti a fare di un cittadino un individuo responsabile cerca di tessere una struttura che, sola, può contribuire a diminuire la solitudine di ciascuno di noi. La società sta vivendo un momento di estrema confusione. Malgrado o grazie alla quantità di informazioni, quasi sempre sconnesse, che ci assillano con inflessibile continuità, le convinzioni sembrano vacillare rendendoci inermi e confusi. Come se degli dei crudeli ci stessero ingannando in un gioco perverso. In questo quadro molto fosco, una sola rimane come fondamentale certezza: la nostra morte. Usciti dalla caverna, guardiamo i fulmini senza temere che siano espressione di entità crudeli e pensiamo di poter comprendere come si manifesta l’Universo. Ma, tra l’essere e il non essere, abbiamo sempre il tremore di fronte al velo che cela la terra dalla quale nessuno è tornato. E preferiamo non considerare il problema. Porta male parlarne, dicevano mie zie non tanto tempo fa. Con il pudore necessario, però, bisogna che la giusta paura di ciascuno di noi per la fine dell’esistenza, venga consolata dal sapere che non si è soli. Che non si è un caso particolare. Che non si è abbandonati all’indifferenza del problema. Che si ha, sempre e comunque, il diritto di vivere la propria inevitabile fine con la coscienza di essere responsabili delle scelte che sono richieste. Che si ha il diritto alla dignità. Che si ha il diritto a richiedere, anche per chi non ha parole per farlo, leggi giuste e non ambiguamente punitive. Chiediamo quindi, con la forza e con le argomentazioni necessarie, che i malati, che possono essere fini intellettuali o analfabeti, non siano lasciati soli ma che la Società, lo Stato, le Istituzioni, tutte parole che devono avere l’iniziale maiuscola, abbiano il coraggio di aspirare alla forza della civiltà. A tutti noi deve arrivare il suono della campana, nessuno si senta escluso.
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