Il Natale del gatto fluorescente [di Nicolò Migheli]

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La verità la conosciamo in cento in tutto il pianeta. Ora sul limitare dei miei novant’anni posso raccontare tutto a te Sadàl che erediterai la mia carica di testimone della verità. Niente deve rimanere di scritto, appena leggerai questo appunto, si distruggerà; dovrai impararlo a memoria e trasmetterlo nello stesso modo a chi verrà dopo di te. Noi che viviamo qui in Zardinia siamo i guardiani di uno dei santuari più importanti, starà a te difenderlo e proteggere il dio nascosto. Ti dissi una volta che il tempo e il suo calcolo sono una convenzione, siamo nel 5014 della Nuova Era, in realtà è il 7054 di quella che una volta era definita era cristiana.

Ormai solo una piccola setta ricorda il natale di un saggio antico di nome Gesù. Noi festeggiamo il Natale del Gatto fluorescente. Tutto il mondo ormai si è convertito al culto dei gatti che brillano nel buio. Il mondo di prima era abitato da uomini che vollero sfidare il proprio destino imprigionando la forza primigenia dentro fabbriche silenziose che davano potenza a tutti. Fu un tempo breve di grande ricchezza anche se per pochi. Quegli uomini però non avevano fatto il conto che quella forza non era solo benigna, poteva portare con sé morte, distruzione, avvelenamento delle acque e degli animali.

Accadde l’impensato. I mari cominciarono a vomitare creature strane, deboli e malate, i boschi furono invasi da funghi spaventosi, gli uomini morivano con grandi ustioni su tutto il corpo, oppure colpiti da malattie misteriose che mangiavano loro carne e sangue. La popolazione del pianeta da nove miliardi si ridusse a due. I sopravvissuti imputarono il male alla scienza e gli scienziati. Molti di loro vennero uccisi e le biblioteche bruciate. Un virus distrusse la rete informatica. I potenti del tempo decisero che le fabbriche atomiche andavano smantellati e i pezzi nascosti nel fondo delle montagne affinché non propagassero la morte. Il dio nascosto ha nomi antichi, si chiama Plutonio, Uranio e Torio 232 che diventa innocuo dopo dieci miliardi di anni.

Hai capito bene, dieci miliardi. Il governo di Talia, la penisola ad oriente di Zardinia, di cui allora la nostra isola faceva parte, decise di portare quel dio qui da noi. Vennero scelte delle cave profonde nel cuore del Sulky. I nostri antenati dissero di sì, avevano bisogno di lavoro e di molte unità di conto. Erano poveri. Furono convinti dalle paghe. Divennero i guardiani e i sacerdoti del nuovo rito. Non fu difficile diffondere le nuove credenze per il mondo. Il culto del gatto fluorescente andava bene per esorcizzare le paure che dominavano gli umani del tempo. I popoli impauriti credono a tutto.

Da allora, ogni anno migliaia di persone raggiungono i santuari per implorare la grazia della guarigione, di essere risparmiati dalla morte. Bisogna esserci vicini ma non troppo, i gatti avvisano del pericolo. Ti chiederai come è stato costruito il nuovo rito. Perché lo si è fatto. I sapienti di allora erano coscienti che le lingue morte da 5.000 anni non sono più comprese. Come fare allora? La soluzione venne trovata dagli allievi di Thomas Sabeok, uno studioso dei segni che visse nel continente oltre il grande mare. Furono loro a dire che l’unico modo per comunicare con le generazioni future sarebbe stato quello di creare un rito, con una casta sacerdotale, l’unica a conoscere la verità.

Il popolo sarebbe stato educato al tabù, a non avvicinarsi ai Santi Depositi. Vicino a loro si sarebbero costruiti dei grandi templi per onorare il dio nascosto. Occorreva però un segno esterno visibile. Venne in aiuto l’ingegneria genetica. Il dna di alcuni gatti venne modificato con quello di certi pesci mostruosi che vivono negli abissi marini e che diventano fluorescenti al buio. Nei nostri templi oscuri, i gatti avvertono quanto sia pericoloso avvicinarsi al mistero e sono gli intercessori tra i fedeli e il dio nascosto. Ecco perché anche i Santi Depositi sono abitati da questi animali a cui i fedeli portano offerte in cibo e unità di conto.

Noi dal mistero traiamo grandi vantaggi e ricchezze. Non tutti. I chierici, quelli che debbono controllare i bidoni di piombo e cemento dove sono interrate le scorie muoiono giovani, anche le popolazioni vicine non campano molto. Loro però sono gli eletti, si sacrificano per il bene di tutti. Vivranno nella memoria anche se non è vero, muoiono e basta. Quel che il popolo crede esiste per il solo fatto che venga creduto. È sempre stato così e sempre sarà. Tu ora sei pronto. Dovrai proteggere il popolo dal male e per questo occorrono scienza e coscienza. Sarai ricco come non sei mai stato. Sarai un sapiente, onorato, rispettato e temuto. Se però tradirai il segreto, l’unica pena sarà la morte. Ora va figlio mio, sii degno della grande missione che ti aspetta.

Tohmas Sebeok, un semiotico americano nel 1981 venne assunto come consulente dalla Human Interference Task Force (HITF) il gruppo di lavoro sulle scorie atomiche della Bretchel Corporation, vedendosi assegnata la responsabilità di “ridurre la possibilità di future attività umane che potessero intaccare i depositi geologici di rifiuti ad alto livello di pericolosità”. La proposta dello studioso fu quella di creare un rito iniziatico ed un culto. I gatti fluorescenti esistono, sono frutto dell’ingegneria genetica realizzata da Eric Poeschla nella Clinica Mayo (Rochester, Usa). Alcuni oggi vorrebbero integrare le teorie di Sabeok con il culto di questi felini. Nel 2015 è possibile che la Sardegna venga scelta come sito per le scorie nucleari, se questo avverrà il racconto disegna un futuro probabile. Buon Natale!

2 Comments

  1. Maria Luisa Vargiu

    Racconto tanto terrificante quanto realistico per Chi c’è e per Chi verrà.
    Non credo che il ” Bel Paese ” che tanto amavo , avviserà mai l’ Isola dello stoccaggio delle scorie nucleari nel suo prezioso ventre.
    Questo però è un giorno natalizio ed è per gli Auguri migliori !

  2. Raffaele Deidda

    Racconto profetico? Forse mica tanto, se come regalo di Natale alla Sardegna arriveranno le scorie nucleari. Un segnale banale ma premonitore l’aveva lanciato Luca Barbareschi, allora parlamentare Pdl eletto in Sardegna nella XVI legislatura, nonché conduttore del programma televisivo “Barbareschi shiok”. Il parlamentare “sardo”, durante un’intervista alla showgirl Natasha Stefanenko originaria dell’Ucraina (paese colpito dalla tragedia di Chernobyl, città dove il 26 aprile 1986 scoppiò un reattore della centrale nucleare, causando decine di migliaia di morti), aveva affermato: “Il nucleare? Farebbe bene alle donne del Sud, che sono basse. Le centrali nucleari? Le radiazioni hanno fatto bene a Natasha Stefanenko che è diventata alta, farebbero bene anche alle donne del Sud, che sono alte un metro e sessanta”. Ergo, ospitando le scorie radioattive potremmo assistere ad un mirabolante miglioramento della razza: di colpo le donne sarde cresceranno in altezza, parola di Barbareschi. Pazienza se qualcuna verrà senza braccia o senza gambe. L’importante è superare il metro e sessanta.

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