Eroi? [di Gian Franca Fois]
L’Italia è uno strano paese, privo di memoria. Non ricorda la storia e il significato delle parole, tutt’uno dal momento che non è possibile dividere l’uso e la storia di una parola dalla storia delle idee o di donne e uomini di cui riferisce. Le parole giocano un ruolo importante nella costruzione sociale del mondo in cui viviamo. Attraverso loro passano relazioni di potere, visioni del mondo, luoghi comuni. Si prenda ad esempio l’uso della parola “eroe”, legata all’idea di coraggio, abnegazione, sacrificio. Eppure nel nostro paese l’ appellativo è usato per uno stalliere mafioso, un contractor ucciso in Iraq (a cui sono state intitolate vie), due ufficiali accusati dell’omicidio di due pescatori in India. Viviamo in un paese governato da mediocri e immerso nella mediocrità e nella mancanza di cultura, per cui chi fa il suo dovere è chiamato “persona eccezionale” come l’ufficiale medico che ha aiutato, in una nave di migranti, una donna nigeriana a partorire. Bisogna sottolineare che per pigrizia mentale, vacuità di contenuti o malafede si indicano come eroi determinati personaggi mentre altri, che forse lo meriterebbero, sono ignorati. Il pensiero corre fra tanti a Enzo Baldoni o alle “due Simone”. La nostra storia ha conosciuto donne e uomini che hanno espresso idee e progetti di grande spessore e che per essi hanno lottato e talvolta sono morti. Ve ne sono ancora oggi ma sono dimenticati tra opportunismo e ignoranza che dominano soprattutto l’informazione quasi assoggettata al pensiero unico dominante. In tale panorama è comprensibile che i giovani siano spaesati, senza riferimenti etici, privi di una visione del futuro, cinici e disincantati. E’ pertanto utile l’iniziativa dell’ANPI e di altre associazioni per ricordare Nadia Gallico Spano. Parte degli Italiani non la conosce eppure ha dato tanto alla costruzione dell’Italia democratica. Non è un eroe perché, per dirla con Brecht, è sventurata la terra che ha bisogno di eroi ma è stata una donna di grandi qualità umane, intellettuali, politiche che i giovani devono conoscere perché si ha bisogno di esempi alti. Nadia Spano è stata una madre della Costituzione. Nelle fila del PCI, fu una delle 21 donne dell’Assemblea costituente. Memorabile la lotta antifascista e a favore delle donne. Fu chiamata a dirigere, dal primo numero del 1943, la rivista “Noi donne” che mostra in copertina una donna sorridente per sottolineare la voglia di futuro, non ripiegato sul triste presente. Ecco alcuni tratti distintivi del suo agire: disponibilità accompagnata da severità in primis verso stessa; partire dalle proprie esperienze come testimonia l’autobiografia “Mabruk”; lavoro politico a fianco delle minatrici del Sulcis e delle contadine sarde; indipendenza di giudizio che le creò tanti problemi nel PCI; spirito combattivo per la Costituzione e per la sua diffusione nelle scuole; consapevolezza che la relazione diretta tra le persone sia ciò che dà senso, spessore e futuro alle cose. |
Benissimo ! Finalmente anche le parole al loro giusto significato … e voglia il cielo che abbiamo sempre meno “eroi” e miriadi di persone “normali”.