Grattacieli nostrani [di Franco Masala]
I due “grattacieli” situati in Piazza Castello sono stati tra le più discusse trasformazioni di Sassari, ad opera di Fernando Clemente (Sassari 1917- Cagliari 1998), allievo di Giovanni Michelucci e una delle figure di spicco dell’urbanistica e dell’architettura nell’isola. In entrambi i casi egli si avvalse della collaborazione dell’ingegnere Franco Tassi per l’uso del cemento armato. Il primo edificio, chiamato in loco “grattacielo vecchio”, risale al 1951-53 e si basa su un portico a doppia altezza per innalzarsi con una intelaiatura strutturale molto compatta, scandita dall’intreccio di pilastri che individuano aperture regolari, raddoppiate in due fasce intermedie. Il “Grattacielo nuovo”, realizzato tra il 1960 e il 1965, si aggiungeva al precedente dopo diversi inconvenienti per la contrattazione con i committenti, il problema dei parcheggi, le complicazioni con l’acqua di falda sopraggiunte durante lo scavo di fondazione. Nella sua versione definitiva l’edificio è costituito da uno zoccolo di due piani con ammezzato su un portico a doppia altezza, destinato ad attività commerciali. Su questo zoccolo poggiano un corpo basso a tre piani (completato sul lato Sud da altri tre livelli arretrati) e la torre vera e propria, svettante con una forte connotazione “brutalista” che mostra la struttura in cemento armato e i tamponamenti in mattoni. Il complesso edilizio ha sostituito, con molte contestazioni, l’estremità di un isolato del centro storico della città composto da costruzioni di pochi piani. I due grattacieli (ben lontani dall’altezza degli storici skyscrapers) costituiscono un sistema di volumi fuori scala che ha alterato definitivamente la piazza Castello. Nel 2008, negli spazi antistanti, è stato rimesso in luce il cosiddetto “antemurale” pertinente al sistema difensivo del XVI secolo, oggi area archeologica visitabile. Sembra quasi la rivincita dell’antico in un luogo denso di cambiamenti e di memorie comprendenti anche l’originario castello, demolito nella seconda metà dell’Ottocento per far posto alla caserma Lamarmora. * Sassari, “Grattacielo nuovo” |