Sotto lo sguardo d’ un erudito del 500 [di Ester Gessa]

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La Relazione è stata preparata per l’Iniziativa “Alla ricerca della storia perduta”. La storia vera di Diego Henares de Astorga di Nicolò Migheli Hombres Y Dinero di Pietro Maurandi Le Carte del re di Pietro Picciau sono i tre romanzi che hanno animato il II° secondo appuntamento organizzato a Cagliari dalla Delegazione e dal Fai Giovani di Cagliari con la Presidenza regionale FAI Lunedì 2 marzo 2015, ore 16:00 alla  Fondazione Banco di Sardegna via S. Salvatore da Horta, traversa viale Regina Margherita/via Torino (NdR).

Tutti i giorni quando entro nel mio bellissimo ufficio, in Biblioteca Universitaria di Cagliari , mi accolgono gli sguardi serissimi dei tre personaggi, ritratti nell’800, che sembrano volermi dire non dimenticarti mai di noi … e come potrei anche volendo – Monserrato Rossellò, Ludovico Baylle e Pietro Martini- mi guardano dall’alto, non solo perché le tele dipinte ad olio che li ritraggono sono appese in alto, rispetto alla mia scrivania, ma soprattutto per ciò che hanno significato per la Biblioteca.

Tre pietre miliari che hanno segnato la storia della Biblioteca sia con l’apporto delle loro librerie che hanno fondato la gran parte del patrimonio librario antico , che con quanto hanno contribuito, il Baylle ed il Martini, come responsabili della Biblioteca, non solo operando all’accrescimento del patrimonio manoscritto e stampato ma imprimendo un’organizzazione dello stesso perché diventasse consultabile.

Di certo oggi si può affermare come l’anima che identifica la Biblioteca Universitaria di Cagliari è innanzi tutto impressa dalla libreria del Rossellò, libreria formatasi tra 500 e 600 ed ereditata, dopo la morte nel marzo 1613 del suo proprietario, dal Collegio Gesuitico di Santa Croce e pervenuta alla Biblioteca Universitaria nel 1773 al momento della soppressione della Compagnia di Gesù da cui dipendeva il collegio che l’aveva acquisita. Un’anima quella di Monserrato Rossellò di un erudito bibliofilo e parzialmente celata da una brillante carriera forense e politica, legata agli incarichi avuti dal sovrano Spagnolo ed alle sue grandi conoscenze di erudito.

A queste attività si unì una stretta e proficua attività di collaborazione coi Gesuiti, senza che mai avesse preso i voti, forse per il compito di formazione negli studi che l’Ordine svolgeva. Il Collegio Gesuitico insegnava a Cagliari artes e filosofia sin dal 1564, in una città in cui l’ Università sarà istituita con privilegio regio e bolla papale solo dopo la morte del Rossellò. Pertanto nei fatti egli fece parte degli insegnanti di quella prima università , che avrà il battesimo con tutti i sacri crismi tra il 1620 -21, così che si spiega la ragione per cui Rossellò volle lasciare la sua preziosa biblioteca a disposizione di coloro che al momento svolgevano già a Cagliari compiti di insegnamento universitario con reciproco apprezzamento.

È quindi un legame senza soluzione di continuità quello che idealmente, dai secc. XVI – XVII, collega il passato e prosegue sino alla nascita della Biblioteca Universitaria di Cagliari, nata per volontà di un sovrano sabaudo ma soprattutto di un ministro erudito, Giovanni Battista Bogino, che nel 1764 con le riforme volle dotare l ‘Università di una Biblioteca. Questa si avvarrà di donazioni e lasciti, primi di tutti quelli del sovrano sabaudo e dello stesso Bogino, ma anche dell’acquisizione di quel patrimonio librario proveniente dallo scioglimento della Compagnia Gesuitica che disponeva di libri e manoscritti già destinati a fornire strumenti di studi ed erudizione per quell’originaria cellula di un’Università cinquecentesca.

La carriera di Rossellò, coi suoi prestigiosi incarichi sia locali ma soprattutto esteri, forse lo agevolò nell’acquisto dei libri preziosi che, non a caso, provenivano per lo più dall’area mediterranea – Barcellona, Madrid, Lione e Napoli – mentre minima è la provenienza dei libri da Basilea in quanto area protestante.

Rossellò fu davvero una personalità particolare a cui dobbiamo la formazione di una raccolta libraria fra le più ricche che un privato in epoca moderna abbia formato nell’Isola ed a cui destinò tanto interesse da dettare, ad appena due giorni dalla morte, un’ulteriore codicillo aggiuntivo rispetto a quanto aveva già predisposto nel testamento dove, le disposizioni date, avrebbero dovuto vincolare gli eredi da impedire che la sua libreria venisse smembrata o diminuita, e dotandola di una rendita specifica aveva disposto un futuro accrescimento post mortem.

Il testamento, conservato nell’ Archivio di Stato di Cagliari, è stato studiato ed esaminato in ogni particolare da diversi studiosi contemporanei, che trascrittolo, ci hanno consentito anche una ricostruzione fisica di quella casa in cui Monserrato Rossellò aveva destinata alla libreria una grande sala parte fondante e privilegiata dell’intera abitazione del giureconsulto.

Una casa di un ricco intellettuale del 500, situata in Castello, composta da 16 ambienti tra cui spiccano , da quanto estrapolato dal testamento, la vasta sala con la biblioteca arredata da scaffali su cui erano sistemati non meno di 6000 volumi, seguiva un primo studio a sua volta adiacente una camera in cui, il proprietario , dormiva ed aveva ancora un’altra libreria. Rossellò morì in uno studiolo che sembra, dalla descrizione di coloro che hanno fatto l’inventario dei beni stanza per stanza, ricavato all’interno della biblioteca stessa ,dove era stato creato uno spazio piccolo parzialmente separato dalla grande biblioteca da un tramezzo … di fatto egli restò vicino ai beni più amati sino alla fine : i libri.

Rossellò disponendone una destinazione aperta agli studi, seppure vincolata da obblighi per proteggere i suoi tesori, si regala un’eternità dopo la sua morte, tanto che oggi è idealmente vivo tra noi. Egli infatti interpreta anticipatamente lo spirito attuale per cui se beni librari, preziosi e no, rari o comuni, non sono disponibili per gli studiosi è come non averli. Rossellò non volle portare i suoi libri nella tomba come invece volle il Kien di Elias Canetti che in Auto da fé trascina nel rogo mortale se stesso e tutti quei libri che aveva collezionato per nutrire la propria mania.

Pertanto anche se Rossellò mi guarda dall’alto, con quest’immagine attribuitagli nell’800 dalla fantasia del pittore Caboni, so che è molto contento perché la Biblioteca Universitaria di Cagliari gli rende omaggio sempre e non dimentica il suo mandato, così ogni volta che gli studiosi chiedono di consultare un Rossellò… questo viene puntualmente prelevato e consegnato a coloro che vogliono studiare su un libro in cui spicca nel frontespizio la scritta EX LIBRIS MONSERRATI ROSSELLO’ .. non è questa una piccola eternità per il suo originario padre ?

*Direttrice della Biblioteca Universitaria di Cagliari MIBACT

 

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