Credenze funerarie e religiose dei Nuragici e degli Etruschi (II). Le domos de janas [di Massimo Pittau]
Le tombe rupestri sono dette in Sardegna domos de janas o gianas, con una denominazione che deriva appunto dalla già vista lat. Diana o Iana, divinità che, declassata in seguito dai cristiani, è diventata in Sardegna jana col significato di “maga o strega” che abita appunto in quelle tombe. Si deve però precisare che tombe scavate nelle rocce, del tutto simili a quelle sarde, si trovano in tutte le terre del bacino del Mediterraneo, per cui è molto azzardato trarre da esse conclusioni di ordine cronologico fra loro e di parentela fra i rispettivi popoli. Inoltre si deve precisare che le domos de janas della Sardegna non risalgono tutte ai periodi prenuragici, paleolitico neolitico ed eneolitico, ma risalgono anche al periodo propriamente nuragico, come dimostra chiaramente il fatto che esistono numerosi nuraghi che hanno tutt’intorno domos de janas. La età di queste tombe rupestri pertanto va studiata e dichiarata singolarmente e di volta in volta. Sono certamente recenti e risalenti all’epoca nuragica quelle domos de janas che sono più grandi e che mirano ad imitare le “abitazioni dei vivi”. Sono “tombe a camera”, le quali hanno finestre, porte e pure un tetto raffigurato da una trave centrale, sulla quale poggiano numerose tavole laterali e talvolta presentano anche una colonna centrale che sostiene la trave. Si tratta di “tombe a camera” nuragiche, le quali hanno un esatto corrispettivo in “tombe a camera” che si rovano nell’area dell’antica Etruria, come mostrano chiaramente i tanti esempi di tombe, nuragiche ed etrusche. |