Ciao Giorgio [di Raffaele Deidda]
Giorgio Melis non c’è più. Lascia un vuoto nel giornalismo sardo e non solo. Inconfondibile il suo stile, memorabili i suoi articoli spesso al vetriolo, il suo mettere alla berlina i personaggi della politica a cui non faceva sconti. I suoi pezzi spesso ripresi dai quotidiani nazionali per l’altissimo contenuto di veridicità. Risale a poco meno di un anno fa l’ultimo contatto telefonico con lui. Mi chiamò per chiedermi dei chiarimenti su un articolo. Avevo in quell’occasione auspicato un suo ritorno sulla scena dell’informazione ma, senza alcun autocompatimento, aveva annunciato il male che non gli dava tregua e che lo avrebbe portato via. Ho collaborato all’ultima sua creatura L’Altravoce di cui era fondatore e direttore. I miei contributi come gli altri venivano sempre titolati da lui con titoli lunghi, quasi degli abstract, che preannunciavano al lettore i contenuti del pezzo. Anche questo era distintivo del “Melis style”! Il giornalista con mezzo secolo di esperienza nei maggiori giornali isolani in posizioni prestigiose sapeva ben calarsi nel principio che non bisogna mai sopravvalutare quello che il lettore sa ma, tantomeno, sottovalutarne l’intelligenza. Se corrisponde a verità il detto che tutti possono diventare giornalista, ma quelli buoni si contano sulle dita delle mani, Giorgio Melis ne é la prova. Infaticabile, coltivava la passione per le notizie “vere”, da cui originavano i suoi commenti affilati. Si divertiva lavorando e ciò traspariva dalla ironia della sua scrittura. Non so se avesse letto il Manifesto sul Giornalismo di Tim Radford, decano del Guardian, ma sicuramente conosceva e attuava il comandamento: ‘’Nessuno mai protesterà se renderai un fatto più semplice da capire’’. Adesso i titoli degli articoli on line sono molto brevi. Lo richiedono le dinamiche, le logiche e il linguaggio del web. Giorgio Melis se ne infischiava di questo come di moltre altre cose. Ciao Giorgio, ci mancherai anche per questo.
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