La clessidra segna il tempo? [di Franco Meloni]
La stanza era malamente illuminata. Un tavolo, con tre candele che avrebbero fatto felici dodici pipistrelli, separava la Commissione da me. Una sedia, scomoda, era l’unico arredo per chi doveva superare la Prova. I Giudici, seri e tetri, guardavano nel vuoto. Il Maggiordomo, lentamente, – Troppo facile. Un altro. Signori, non perdo tempo. Prima di tutto, come mio solito, anche per cercare conforto in punti certi, definisco l’argomento e la mia posizione. Sono un Fisico abbastanza anziano, non direi vecchio, che sa che qualunque discorso può portare a fortificare le idee che si avevano prima di iniziare. Sia di chi parla che di chi ascolta. Quindi, data la variegata specializzazione della Commissione, vorrei chiarire di cosa non parlerò. Non tratterò la matematica del problema, Renè Thom l’ha fatto in maniera esemplare, ma piuttosto cosa si può intendere in senso non banale. Troppe volte si abusa di termini che meritano rispetto e vanno mantenuti degni quando estratti dal contesto dove hanno il compito di segnare il percorso di un discorso rigoroso. Siccome Catastrofe gode della proprietà di essere spesso usata a sproposito, vorrei chiarire cosa intendo io. La caratteristica principale che vedo in questo termine è legata al tempo. In un sistema reale, dove cioè l’irreversibilità gioca un ruolo fondamentale, i fenomeni si possono differenziare in base al tempo necessario perchè si manifestino. La dolce armonia delle sfere celesti può essere turbata da una cometa o dalla prossimità di un buco nero. Le spossanti discussioni per mettere termine ai massacri di guerre il cui inizio si perde nella leggenda, possono essere rese vane dallo scarto – Dico che la clessidra segna metà. Proseguo rapidamente per fare notare alla eccelsa Commissione che a volte, quello che viene definito una catastrofe, è semplicemente una conseguenza di premesse sbagliate che hanno portato a conseguenze drammatiche. Le bolle speculative del liberismo, se mi è consentito usare questo termine spregevole, ne sono un esempio. È solo ignoranza condita con malafede, nella migliore tradizione dell’egoismo. – Dico che la clessidra segna metà. Grazie, continuo. In Fisica, più di cento anni fa, la sistemazione della teoria dell’elettricità e del magnetismo aveva illuso con enorme presunzione di aver scoperto tutto: le equazioni di Maxwell, perfette nella loro essenziale eleganza. Le certezze sono state messe in dubbio, e questo rende la Fisica ammirevole, da quella che è stata definita come la Catastrofe dell’ultravioletto. E questo indica come i termini possono essere usati in modo avventato. Contemporaneamente, un vecchio fisico austriaco ha fatto una supposizione che ha sempre cercato di confutare, introducendo una costante che segna un radicale cambio di prospettiva. L’ipotesi che la natura si mostrasse discreta sembrava assolutamente catastrofica. Ma, come sa bene la farfalla considerando un bruco, può essere solo una dipendenza da punti di vista differenti. E così, superando il determinismo assoluto della Fisica classica, è nata la visione quantistica della realtà. Ma questa è ormai storia di più di un secolo fa. – Dico che la clessidra segna metà. Grazie, procedo cercando di non parlare troppo di Fisica ma piuttosto del tempo nelle funzioni matematiche. Qualche anno fa sono stato tentato dalla geometria dei frattali. Erano di moda e la pubblicità non si era fatta sfuggire la potenzialità attrattiva delle immagini che, colorate e prodotte da macchine, potevano far intravedere l’infinito. I frattali, considerati come oggetti estetici mi interessavano fino a un certo punto. Vedere sequenze di Julia poteva farmi perdere l’appetito, fortunatamente per tempi finiti. L’interesse è tornato quando ho scoperto la via del – La clessidra segna quasi tutto finito. Non vorrei insistere, Presidente, ma deve rendersi conto che sto facendo di tutto per illustrare argomenti che hanno tolto il sonno ai migliori tra noi. – La clessidra, dico io, segna metà. Elimino la parte dove sostengo che le rappresentazioni caotiche rimandano alle volute del mantello di Santa Teresa ritratta in estasi o che l’andamento turbolento, tipico del caos, ricorda i disegni di Leonardo nello studio del sistema di chiuse per la città di Milano. – Dico e ripeto che la clessidra segna quasi la fine. È per questo che cerco di evitare di collegare il procedere verso l’infinitamente piccolo di un oggetto frattale con l’immagine del pavimento della Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca. – Dico che ci sono pochi granelli nella clessidra. E quindi concludo riprendendo l’idea del tempo che associo alla catastrofe. – Dico che la clessidra è a metà. Approfitto per fare notare che il tempo, con tutte le complicazioni date dalla complessità del reale, deve accompagnare dolcemente le variazioni che possono accadere nei processi fisici. Si può contratte o dilatare ma sempre con continuità. E’ come se facesse da sfondo alla vita, ma senza fare salti inattesi. Le transizioni di fase, al contrario, possono verificarsi con un diverso uso del tempo. Due punti sono apparentemente vicini ma impiegheranno un tempo infinito per coincidere. Al contrario, in un tempo praticamente nullo una stella si trasforma in un buco nero se si raggiunge un raggio critico. La Fisica almeno quando può, cerca di eliminare attriti, avere corpi indeformabili, e tempi cosiddetti di rilassamento, sufficientemente lunghi perché un fenomeno si possa osservare compiutamente. La realtà, Vostro Onore sa benissimo, è molto più infida. Le catastrofi si verificano in tempi difficilmente precisabili, almeno dal punto di vista scientifico. Più o meno come predire esattamente il momento in cui il caffè sia bevibile senza scottarsi.Questa è forse la parte che dispiace maggiormente tanti di noi: vedere che si va verso una catastrofe e non poter tirare fuori formule convincenti in modo da poterle evitare. – La clessidra è vuota. Taccia e attenda il verdetto. Il maggiordomo, senza cercare di nascondere il sottile piacere che gli illuminava i due occhi biechi, mi disse: – La Prova è terminata. Non avrà altre occasioni. Il verdetto è, ovviamente : Irrecuperabile. La stanza, ormai vuota, mi sembrava ingrandire poco alla volta. Arrivare alla porta sembrava dovesse occorrere un tempo molto lungo, per semplicità, infinito. *Fisico e Narratore |