Milis celebra il centenario della Grande Guerra [di Sergio Vacca]
Milis celebrerà, domenica 17 maggio, in concomitanza con l’avvio delle manifestazione che anche in Sardegna ricorderanno la “Grande Guerra”, ma soprattutto i suoi Caduti, il Centenario dell’avvio del conflitto con l’impero Austro-ungarico. Un cultore di storia milese, Eduino Pitzus, recentemente scomparso, scrisse un saggio tuttora inedito, dal titolo “Partirono giovani. Diventarono eroi. Non tornarono” , che comincia con una frase – che riporto – “la storia, è risaputo, la scrivono i vincitori: Sarebbe infinitamente utile, qualche volta, sentire anche la campana dei vinti”. Pitzus, nel suo breve saggio, ha scritto dei “vinti”. Ha scritto, in scarne biografie, di Uomini con la schiena dritta, ancorché piegata fisicamente dal duro lavoro dei campi, strappati agli affetti più cari e alla loro terra e mandati a morire lontano per una guerra di cui poco sapevano, e per un re di cui – come diceva Cicitu Masala, indimenticato poeta e scrittore – avevano l’unica percezione attraverso le tasse o i carabinieri. Gli affetti. Colpisce particolarmente la lettera ai genitori di Manca Giorgio, come lo chiama l’autore, soldato del 152° Reggimento Fanteria della Brigata Sassari, Medaglia di Bronzo al valor Militare per non aver abbandonato, “ferito, il proprio ufficiale, pure ferito, esclamando: preferisco rimanere col mio tenente, anziché mettermi in salvo”. “Carissimi genitori, vengo a farvi sapere l’ottimo stato della mia salute… Vi faccio sapere che ho ricevuto la Vostra amata lettera e ne sono stato molto contento di sentirvi tutti sani … Mi avete fatto sapere che la mamma è sempre piangendo. Guardate che io non voglio a piangere … se no io non li faccio sapere le mie notizie” Giorgio Manca, nato nel luglio del 1894, muore nella Trincea delle Frasche il 14 marzo 1916, a poco più di 20 anni. Quelli di cui scrive Eduino Pitzus sono dei “vinti”: Carta Pietro Maria, Angioni Salvatore Angelo, Pippia Pietro Paolo, Ledda Luigi, Manca Agostino, Piras Giovanni, Murru Narciso, Medaglia d’argento VM, Ortu Pietro Paolo, Cau Giuseppe Raimondo, Sanna Salvatore, e tanti altri della prima guerra mondiale e di altre nelle quali l’Italia fu coinvolta. Sono “vinti” perché muoiono lontani da casa per guerre che loro non hanno voluto; ma loro sono andati in guerra perché qualcuno ha deciso così! Il torto più grave che si può fare a questi veri eroi, silenziosi fanti della Brigata Sassari o soldati di altre Brigate è di dimenticarli, ovvero di non farli parlare. Il delicato racconto di Giorgio Manca ai suoi genitori, pieno di tenerezza e di attenzioni per la madre piangente, è la voce di un “vinto” che si trasforma in “vincitore”. E’ consapevole che potrà morire, ma non vuole piangere e, nella sua grande ed ingenua generosità, chiede al padre “50 o 100 arance buone, che li do a un Tenente che conosco di Sassari e che è qui”. Questo è il senso dell’omaggio che Milis, domenica 17 maggio, vuole tributare ai suoi Uomini caduti nella “Grande Guerra”
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