Un grande parco per San Bartolomeo e Sant’Elia? [di Fabio Cuccuru]
Sicuramente conoscete, almeno di fama, il quartiere di Sant’Elia. Forse un pò meno quello di San Bartolomeo ma probabilmente conoscete quelle aree incolte ed abbandonate dove nel periodo natalizio si posizionano le giostre di Matherland e quelle, ugualmente abbandonate, tra via Ferrara e viale Sant’Elia dove si trovano la caserma dei Carabinieri e un edificio di proprietà delle Suore Mercedarie. Ora, fortunatamente, sembra che vi sia un grande progetto per valorizzare queste aree abbandonate a se stesse da troppo tempo! Chi di voi ha un’indole tranquilla e pacifica penserà subito a giardini, verde attrezzato, sentieri tra alberi messi a dimora ex novo e panchine per gli anziani. Chi invece coltiva la passione per lo sport e magari la competizione penserà ad impianti da affidare alla gestione delle tante società sportive presenti a Cagliari e, chissà, addirittura ad una piscina o almeno a dei campi da tennis, basket o pallavolo. Chi poi ama la cultura potrebbe pensare ad una biblioteca, oppure ad una cineteca, ad un locale per concerti e chissà a che altro. Diciamolo francamente, sono le solite cose viste e sentite centinaia di volte. Fortunatamente per noi tutti al Comune di Cagliari e, segnatamente, all’Assessorato Igiene del Suolo e all’assessora Paola Loi non manca la fantasia. Il progetto per la riqualificazione della zona infatti non partirà con le solite cose scontate ma il suo fulcro, l’asse portante e il vero volano per lo sviluppo turistico e per il benessere dei cittadini della zona, sarà la creazione di un ecocentro. In tempi così attenti al linguaggio politicamente corretto ecocentro è una bella parola. Significa però, nella sostanza, discarica di rifiuti. Badate bene, non si tratta de “su muntonargiu” noto ai più anziani di noi, ma di una discarica moderna, costruita secondo le linee guida dettate dalla Regione Sardegna e, ci è stato detto, dotata di tutti i comfort e delle necessarie misure di sicurezza. Questo è quanto ci è stato rappresentato dall’assessora Loi al Lazzaretto di Sant’Elia dove, con un possente apparato audiovisivo, ci è stato trasferito il messaggio, con genio pari all’estrosità del grande pittore Salvador Dalì, che passare un paio d’ore in un ecocentro è gratificante quanto prendere l’aperitivo al Libarium. Come solitamente fa un nostro amato concittadino e come, in fondo, piace a noi tutti. Avremo a breve la fortuna, in base alla narrazione dell’assessora, di godere di aree, ora abbandonate e incolte, riqualificate in maniera rivoluzionaria dal Comune di Cagliari e praticamente a ridosso delle nostre case. Ora vi chiederete: “Non è un po’ singolare che la riqualificazione di quelle aree parta da una discarica attrezzata, ops…di un ecocentro, per poi procedere a tutto il resto?”. In effetti l’assessora Loi ci ha comunicato che per la discarica esiste una delibera comunale del 2009 (c’era allora una Giunta comunale di centrodestra) con uno stanziamento complessivo per tre ecocentri di circa due milioni di euro che è stato impegnato e reso disponibile. Per tutte le altre opere di “riqualificazione” non vi sono delibere, capitoli di bilancio, unità previsionali di base, centri di costo ed impegni di spesa. Sicuramente, però, l’attuale Giunta comunale coltiva una ferma ed irrevocabile volontà di rendere la zona un fiore all’occhiello per la città di Cagliari. Se le parole sono importanti, le deliberazioni lo sono, però, certamente di più. A domanda l’assessora non ha saputo rispondere se il centro di raccolta sia di tipo A (per rifiuti domestici non pericolosi) o di tipo B (per rifiuti domestici e non domestici pericolosi), come specificato dalle direttive regionali in materia. Ha però risposto il dirigente comunale competente che ha precisato trattarsi di centro di tipo B. Relativo quindi a pesticidi, vernici, olii esausti, batterie d’auto, pneumatici usati, toner usati e via dicendo. Mentre sull’importanza degli ecocentri è facile convenire, è più difficile convenire sulla loro straordinaria bellezza e sul fatto che debbano essere realizzati in aree limitrofe a due quartieri densamente popolati e a lungo dimenticati, in prossimità di strade molto trafficate soprattutto nel periodo estivo. Sfuggono poi i motivi che hanno portato ad individuare l’area per l’ecocentro a ridosso dell’istituto delle Suore Mercedarie che ospita scuole, un pensionato per anziani e palestre. Esaurita la passerella informativa, assolti gli obblighi di pubblicità e recitata la pantomima della partecipazione democratica alle decisioni dell’Amministrazione, tenendo alto il vessillo della trasparenza e della buona amministrazione, alla fine poche chiacchiere: l’ecocentro si farà! Ora sta a noi cittadini sostenere le nostre istanze, manifestare tutta la nostra indignazione per quella che si vuole far passare come una rivoluzione copernicana della riqualificazione ambientale. Sta a noi, che non abbiamo la stessa rivoluzionaria fantasia degli amministratori comunali, rivendicare con forza prati verdi, alberi, panchine per gli anziani, impianti sportivi, illuminazione pubblica più efficiente. Richiedere pressantemente la sistemazione dell’impianto fognario, la bonifica dell’area da zanzare e zecche. Lo chiediamo con determinazione ma anche con la consapevolezza che i fondi del Comune sono limitati. Non vogliamo tutto e subito ma ci piacerebbe che venisse fatto un po’ per volta quanto abbiamo rappresentato della nostra idea di riqualificazione ambientale. Ci piacerebbe, infine, non essere presi per i fondelli! PS. Dimenticavo di dire che l’altro ecocentro è stato previsto lungo la Laguna di Santa Gilla nei luoghi dove è nata Cagliari. Agli interventi di studiosi e cittadini gli amministratori di Cagliari fanno finta di niente…hanno solo fatto passare il tempo contando sulla poca memoria dei cittadini! |