Un trionfo meritato [di Franco Masala]

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C’era una volta il calcio, quello vero, giocato in bianco e nero su un solo canale televisivo, stesso giorno, stessa ora, per tutte le squadre. E una di queste, autentica outsider, riusciva a conquistare la serie A e lo scudetto 1969-70 nel giro di non molti anni, quasi come riscatto di una piccola città e della Sardegna intera. Nei tempi grami del banditismo era il Cagliari di “Giggirriva” e compagni a tenere alto il prestigio dell’isola prima che il calcio divenisse negli anni tutt’altra cosa tra diritti televisivi, partite truccate, scommesse milionarie che coinvolgono molti, dai massimi vertici alle categorie inferiori.

Oggi tocca alla pallacanestro sostenere la speranza con una squadra che nel giro di poche stagioni ha saputo conquistare appassionati e curiosi. E ancora una volta è una piccola città – questa volta del Capo di sopra – a tenere alta la bandiera della Sardegna in un momento particolarmente difficile.

Pur con le insidie di trasferte e di spostamenti alternati, la Dinamo Sassari ha saputo travolgere anche gli ultimi ostacoli. Nella “bella”, dopo un inizio che sembrava chiudere la partita sul nascere, l’orgoglio, il talento, la fantasia, l’imprevedibilità dei cestisti sassaresi hanno fatto il resto. E tutti, da Shane Lawal, gigantesco in tutti i sensi, al “bassotto” David Logan allo staff intero, hanno svolto la loro parte, facendo sognare tutti.

La standing ovation spontanea ed entusiasta scattata alla fine della partita nella cagliaritana Villa Muscas, durante la diretta, è stato il momento liberatorio dopo cardiopalmi ed emozioni da togliere il fiato. Lunghi successi alla Dinamo !

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