Il motivo della crisi [di Carlo Melis]
Lo psicodramma in corso a Quartu è la prova provata che un’inarrestabile crisi sta rosicchiando l’ultimo lembo di credibilità del centro sinistra sardo e del Pd in particolare che sempre più è un partito senza testa politica. Quale il motivo della crisi? Lo dice il sindaco Delunas per Quartu ma le sue affermazioni si possono estendere a tutta la Sardegna dove il centro sinistra fatica ad avere consenso anche perché non riesce a governare le complessità urbane. Un rapido sguardo da Olbia a Sassari da Cagliari ad Alghero fino a Quartu lo conferma. Le ragioni? Di primo acchito si può affermare, senza essere smentiti, che si tratta di rappresentanze al ribasso che per di più a emulano comportamenti sconnessi dall’ appartenenza ad un collettivo che fa sintesi dei bisogni di persone. “So bene che da quelle nomine degli assessori si concertano con la propria maggioranza. Ma a me volevamo imporre una Giunta, lo hanno fatto anche con condotte minacciose. Per questo ho scelto da solo.” A Delunas volevano imporgli i nomi da sistemare nelle posizioni apicali della struttura politico-amministrativa comunale. La dirigenza del partito, insomma, chiedeva di decidere per lui. Si è rifiutato di fare il sindaco a comando? Fatte le debite distinzioni tra i due, anche a Roma il Pd aveva chiesto al sindaco Pd Marino di azzerare la giunta, sottoponendolo ad un vero e proprio processo al Nazareno. Che razza di partito è quello che sfiducia addirittura i propri sindaci o che cerca di condizionarne in blocco le scelte e le decisioni, con la minaccia di “farli fuori”. Il caso Delunas, poi, è ancora più emblematico perché ha vinto le elezioni a Quartu, al ballottaggio, con 8000 votanti sugli oltre 60.000 aventi diritto e con l’appoggio dei Riformatori, all’opposizione in Regione ed organici al centrodestra. A Sestu, comune del cagliaritano, alleati con Forza Italia hanno battutto il Pd e il centrosinistra. Politica marziana? Sicuramente partiti alieni agli interessi dei cittadini e delle comunità. Gli importa piazzare nelle posizioni “giuste” uomini e donne di stretta osservanza che consentono di gestire potere e quindi consenso. Merito, titoli e competenza, checché ne dica il presidente della Regione Pigliaru, poco contano rispetto all’appartenenza che deve essere stretta quanto servile. Non tanto al partito ma a correnti, gruppi, capibastone. Sembrava che l’avvento di Renzi e Soru alle segreterie nazionale e regionale del Pd dovesse liberare la politica dalle guerre per bande nel Pd. Così non è stato. Anzi sono aumentate e sono più vive che mai. Il gioco del “fotti compagno” di democristiana memoria è sempre più attuale. “Se i partiti non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettori”, ha detto il comico Corrado Guzzanti, in unadivertente quanto tragica gag. Tragica perché, di questo passo, la politica scomparirà e gli elettori saranno una specie in via d’estinzione. Resteranno gli apparati, uomini e donne beneficiati da quel seggio, da quell’incarico, da quella Commissione con gettone, per valutare costi e benefici di una crisi, come quella del Comune di Quartu, che può mandare tutti a casa. Resta una speranza: che la società civile e i suoi migliori rappresentanti decidano di “scendere in campo” per proporsi come forza alternativa ai partiti, con forte spirito di autodeterminazione e portatori di un progetto che va oltre i giochini, gli interessi privati e di posizionamento. Una classe dirigente che affronti i problemi dei cittadini con spirito di servizio, distante dalle personali convenienze che questa brutta politica, nazionale e locale, continua impunemente a perseguire. |
Grazie. Concordo su tutto.