Viaggio in Sardegna [di Maria Antonietta Mongiu]

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L’Unione Sarda 04/08/2015. On the Road di Jack Kerouac (prefazione di Fernanda Pivano, Oscar Mondadori 1967) aprì le porte all’immaginario per eccellenza: il viaggio. Si dice tuttavia che il migliore si fa a casa propria. Quanti luoghi possono competere con la Sardegna per suggestioni, paesaggi, lentezza? Quanti per letteratura e storie scritte da viaggiatori di ogni risma e provenienza? Persino i più celebrati nostri scrittori ne hanno sentito l’urgenza. Insuperato quello televisivo di Giuseppe Dessì.

Sicché il treno fino a Chilivani – si prosegua in pullman o si cambi – o i no-stop, più volte al giorno, Sassari – Cagliari e viceversa – interrotti senza che se ne percepisse le sciagurate conseguenze – sono il denominatore delle geografie del tempo e dello spazio ma anche del sottosviluppo dell’isola. E’ utile dunque avvertire i turisti. Perché se molti di noi sono assuefatti alla massima che non conta la meta ma il percorso o allo spirito di frontiera, gli altri malcapitati non è detto che lo apprezzino.

A meno che qualche stravagante politico non lo spacci per un prodotto turistico esotico nel cuore dell’Europa. Dove infatti si può capitare in un poco attrezzato e vetusto pullman, non stop Alghero – Cagliari. Aspettare in una pensilina arroventata e senza alcuna indicazione con uno sparuto gruppo di viaggiatori che solidarizzano e si scambiano informazioni su dove si fa il biglietto, su soste e tempistica. Una fermata a Tramatza crea un ingorgo di caffè reciprocamente pagati in questa comunità, stranita per il caldo, la lentezza, il manto stradale sconnesso.

Per tutto il viaggio l’autista ed un viaggiatore discutono delle situazione della politica sarda con considerazioni che i decisori però non assumeranno mai. Due continentali dietro commentano senza rendersi conto di essere ascoltati. Che pena i sardi e la loro situazione! Che tragedia vivere in un luogo dove si è trattati in questo modo e giù un profluvio di stigmi e luoghi comuni. Forse tutti giusti al netto della fascinosa letteratura di viaggio e dell’assuefazione.

One Comment

  1. Paolo Numerico

    Cara Maria Antonietta,

    io non ho mai preso pullman in Sardegna e giro l’isola con una automobilina vecchia ma molto efficiente.
    Certo la situazione non è splendida dal punto di vista sociale, politico ed economico. E se i Sardi non la gradiscono, spesso poco fanno per migliorarla, magari mugugnando nel tragitto con l’autobus (ma è pure questo un modo per socializzare).

    E tuttavia il viaggio ‘dentro’ la Sardegna è comunque ancora meraviglioso in se stesso.
    C’è sempre da vedere, andare, e, soprattutto, stupirsi, come a monte d’Accoddi o al lago ‘naturale’ di Baratz, o a Su Nuraxi di Barumini o nel canion (non so scrivere con la tastiera la parola in spagnolo) che conduce a Tiscali. Si noti che ho tralasciato volutamente le località marine, perché del tutto ovvie.

    E tu sai che, secondo il Vangelo di Tommaso, chi raggiunge lo stupore regnerà.

    Potremo ancora regnare, sia voi Sardi, sia noi continentali che l’isola l’amiamo. Con tanto affetto. Paolo

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