In risposta a “Selfie con Lombroso” di Nicolò Migheli [di Luciano Virdis]
Riceviamo e pubblichiamo così come ci è pervenuto il contributo dell’arch. Luciano Virdis, rappresentante della società Flumini Mannu Limited (N.d.R). Caro Nicolino, avrei voluto rispondere subito a questo tuo articolo, ma volutamente o rinviato a oggi, sai uno magari si dimentica le cose, il tempo passa per tutti. Ma veniamo all’argomento che ci occupa. Certo un titolone così sbattuto in prima pagina come notizia principale a caratteri cubitali fa impressione, ai ragione la questione è molto seria, (stanno già arrivando le minacce). Peccato però che la notizia sia falsa, infatti il virgolettato <<I pastori sardi? Barbari>> non esiste in nessun documento prodotto dalla società che io rappresento; le frasi poi estrapolate dal contesto riportate nell’articolo, fanno parte di una controdeduzione a una serie di osservazioni in molti casi superficiali e fuori contesto. Fanno parte di una Controdeduzione di 38 pagine nella quale oltre a rispondere puntualmente alle osservazioni, talvolta con ironia e sarcasmo, viene fatta un’analisi socioeconomica del settore agropastorale basata non su invenzioni e fantasie degli estensori ma su studi e ricerche fatte dai più importanti istituti di analisi e ricerca italiani e sardi che, essendo tu esperto di analisi sociologiche, certamente conosci. Fare un’analisi di dati, commentarli e dedurne delle conclusioni anche quando sono dure, non vuol dire non avere rispetto dei pastori, vuol dire affrontare il problema con cognizione di causa; in quella relazione tu non troverai una sola parola irrispettosa nei confronti dei pastori o di chi che sia; spero che il giornalista che ha scritto quell’articolo provveda a chiarire e correggere quel titolo e il contenuto dell’articolo. Non so misurare crani ne è mio costume trovare differenze razziali, ne sono un seguace di Lombroso, una cosa è certa tu quella relazione non l’hai letta, come non l’ha letta interamente neanche il giornalista; tu non troverai mai, nei miei 35 anni di lavoro, una frase che sia minimamente denigratoria o offensiva non solo verso i pastori, con cui ho da sempre collaborato, ma nei confronti di chiunque; vedi in questo non sono mai cambiato dai tempi dell’università, e vedo neanche tu. Figurati se i valutatori del Ministero dell’Ambiente si lasciano impressionare da queste questioni a fronte di problemi ben più importanti che anche le recenti alluvioni hanno messo in evidenza; se avessi letto le controdeduzioni avresti trovato i riferimenti e le argomentazioni rispetto alla normativa europea, al benessere animale e alle norme sulla macellazione, anche se, certamente di fronte ad argomentazioni sullo stress che gli agnelli subirebbero a pascolare nel campo solare, abbiamo voluto confrontarlo a quello che subiscono quando vengono “scannati barbaramente”. Se avessi letto il rapporto avresti trovato analisi, tabelle che contengono le valutazioni su tutta la filiera agroalimentare, compreso la problematica del sostegno all’agricoltura; il fatto che i nostri formaggio siano un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, non ci esime da fare valutazioni sullo squilibrio esistente all’interno dell’intero comparto e il deficit dell’import-export la dice lunga sulle strategie di valorizzazione del comparto. Non voglio discutere le valutazioni del corpo forestale da cui mi aspetto valutazioni tecniche fondate, e poi in questo periodo è impegnato in disastri molto più importanti al suo interno. Gli autori del rapporto sono esperti incaricati che lavorano per tutte le incombenze che un progetto di questa portata necessita, io ho letto il rapporto ho anche prodotto alcuni argomenti, corretto alcuni passaggi e firmato il rapporto, d’altro canto sono argomenti specialistici che sono stati trattati da specialisti. In quanto alle discussioni e alle polemiche sul progetto di solare termodinamico, a parte i fugaci incontri informali con amici comuni, forse se al dibattito del FAI mi fosse stato dato più spazio, anzichè i 3 minuti scarsi concessi, forse qualche certezza sulle esposizione di qualche esimio professore sarebbe crollata più clamorosamente, forse si sarebbe accorto che l’accusa di “Ascaro”, chiaramente rivolta a me, avrebbe trovato molti altri soggetti molto più importanti di me, tutti “Ascari” certificati. E vero, ti ho detto che il land grabing in Sardegna è un’invenzione di qualche intellettuale fatto proprio dai comitati del NO e se vuoi posso ripeterti il perchè: il land grabing come lo conosciamo nei paesi del terzo mondo deriva da accordi tra fondi sovrani o fondi d’investimento e governi locali, si tratta di accordi per milioni di ettari di terreno che hanno come conseguenza l’espulsione delle popolazioni locali da quei territori. Ora dire che la Sardegna è in questa condizione mi sembra un tantino azzardato, e nel caso specifico della centrale termodinamica, dire che siamo davanti a un caso di land grabing per aver preso in diritto di superficie per trent’anni 269 ettari, che oltre ad essere remunerati quasi sei volte di più del loro valore di mercato, continuano ad essere per il 95% nella disponibilità dei proprietari attraverso un progetto di utilizzo agrario, che non solo non sottrae terreno all’agricoltura ma ne aumenta per ben 4 volte la produttività foraggera mi sembra eccessivo. Forse però una strana forma di land grabbing in Sardegna effettivamente c’è, ma non è certo legato al solare termodinamico, mi riferisco ai 477.000 di aree SIN che interessano Porto Torres, Sassari e tutto l’Iglesiente fino a Cagliari, aree sottratte a un utilizzo sicuro in agricoltura; aree che producono ogni anno decine di morti di cancro e centinaia di varie patologie tumorali, vedi rapporto SENTIERI. Se vuoi ti presento io importanti rappresentanti della borghesia compradora locale, che da giovane detestavo e che continuo a detestare, che sono quella rappresentanza di soggetti che accumulano terre senza metterle a reddito(nella mia zona ne esistono migliaia di ettari) “chi non faghene e non lassana faghere”; io mi occupo di altro, mi occupo fattivamente di progetti che consentano a questa terra di fare qualche passo avanti, in questo periodo nella produzione di energia pulita che non inquini il territorio, che salvaguardi l’ambiente e la salute della gente che vi abita. Veramente ho provato a spiegarti perche non si potevano fare in terreni qualsiasi e nelle zone industriali, le centrali termodinamiche a specchi parabolici lineari si fanno in pianura non per risparmiare ma per evitare grandi movimenti di terra che quelli si rovinerebbero il territorio, e ora dimmi tu quali sono le zone industriali che hanno queste caratteristiche. Il valore aggiunto in terreni fertili o non fertili come Flumini Mannu lo creiamo noi realizzando un modello di conduzione agraria innovativa dal punto di vista dell’irrigazione e della lavorazione, basata sul metodo dell’agricoltura conservativa, che non solo consente di aumentare le produzioni ma consente di rigenerare la fertilità del terreno. Vedi quel “pecunia non olet” come l’ha interpretato tu e la riprova che tu non hai letto proprio nulla di quel rapporto, perche se l’avessi letto avresti capito che quel passaggio è una critica fortissima al sistema di gestione di tutto il comparto, sistema fallimentare, che in tanti anni di sussidi non riesce ad risollevarsi e visto che tu ti sei occupato per anni anche di Slow Food e di agroalimentare dovresti conoscere la situazione. Ti ripeto la domanda che feci proprio al convegno del FAI: a chi giova tutto questo? Non è che interessi particolari e rendite di posizione impediscono che si facciano le scelte risolutive per la Sardegna, che per biechi interessi non si facciano le scelte che affrancano dalla dipendenza energetica e alimentare la Sardegna. |