A proposito di solare termodinamico, di Land Grabbing e di “ascarismo” [di Sergio Vacca]
L’intervento di Luciano Virdis pubblicato ieri in www.sardegnasoprattutto.com non meriterebbe commenti se non mi tirasse in causa sulla presunta accusa di ascaro che gli avrei indirizzato nel corso del dibattito “La buona Terra” organizzato dal FAI Sardegna a Cagliari il 19.02.2015. Mi dispiace contraddire l’arch. Virdis, ma l’argomento sull’ascarismo non gli era diretto. Non ne conoscevo fino a quel momento l’esistenza. Ma argomenterò più oltre questo aspetto. Mi interessa da subito evidenziare il rispetto che Virdis ha nei confronti degli interlocutori. Il 23 aprile 2015 ho inviato ai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali ed alla Regione Sardegna alcune osservazioni in merito alla nota del 9 febbraio 2015 della Società Gonnosafanadiga Ltd, relativa a: Impianto solare termodinamico da 55 MWe denominato Gonnosfanadiga. Sono stato costretto, dal dibattito che si è sviluppato attraverso le carte, a premettere alle mie osservazioni un’informativa sul livello delle argomentazioni del rappresentante delle società Flumini Mannu e Gonnosfanadiga Ltd, che riporto integralmente. <<Ritengo preliminarmente di informare gli Onorevoli Ministeri e la Onorevole Regione Autonoma della Sardegna del livello assunto dal dibattito tra i diversi portatori di interesse, le Società Gonnosfanadiga Ltd e Flumini Mannu Limited, rappresentate ambedue dall’arch. Luciano Lussorio Virdis, da una parte, e dall’altra proprietari, associazioni e studiosi, compreso lo scrivente“. Volendo limitare al massimo l’elencazione delle espressioni men che corrette che il Virdis adopera nei confronti dei propri interlocutori, diretti o indiretti, mi limito a riportare quanto da lui scritto sul social-network facebook, per commentare il proprio intervento nel dibattito “La buona terra”organizzato a Cagliari il 19.02.2015 dal FAI Sardegna . Questi alcuni stralci del testo, pubblicato in data 16 aprile 2015, ore 06:47 e ore 15:36: “…il mio breve intervento (3minuti) in cui metto in evidenza la palese ignoranza del Prof. Vacca che nella sua lunga relazione (15 minuti) dimostra o di non conoscere la classificazione ufficiale delle terre, oppure la conosce e in malafede ne falsifica l’attribuzione alle terre occupate dalla centrale solare”. Più oltre, sempre il Virdis “Mi rivolgo a R.P. visto che fa ottimi video le chiedo la cortesia di pubblicare anche quello del mio intervento, nella speranza che ci sia anche qualche inquadratura del Prof. Vacca, mentre argomento sulle sue valutazioni completamente sbagliate, anzi direi volutamente false, che non rendono onore ne a lui ne all’università che lo ospita”. Aggiungo, inoltre, la conclusione di una mia precedente nota, indirizzata al Ministero dell’Ambiente, il 6 marzo 2015, con la quale ho denunciato affermazioni non veritiere del Virdis. [Il rappresentante della Flumini Mannu LTD, con la sua nota indirizzata a Codesto Onorevole Ministero il 20 febbraio 2015 [Protocollo Minambiente E. prot. DVA-2015 – 0005608 del 2.3.2015] afferma, pag. 1 I° cpv, “le osservazioni del Prof. Sergio Vacca….. erano state redatte dal Prof. Vacca, ma firmate ed inoltrate da Cualbu Maria Antonia, che ad ogni evidenza era il soggetto richiedente la prestazione professionale del Prof. Vacca”. Smentisco nel modo più deciso l’affermazione del rappresentante della Flumini Mannu LTD. Non ho effettuato alcuna prestazione di tipo professionale, né tanto meno ho ricevuto alcuna forma di compenso da parte della Signora Maria Antonia Cualbu. Né la Signora Maria Antonia Cualbu ha richiesto alcuna mia prestazione professionale. La mia è stata e continuerà ad essere un’azione di volontariato in difesa del Territorio, dell’Agricoltura e delle Tradizioni agro-pastorali della nostra Isola, nonché di testimonianza etica.]. Non ho commenti da fare, lasciando agli Onorevoli interlocutori ogni qualsiasi considerazione sul livello al quale il Virdis intende trascinare il dibattito sull’argomento della valutazione dell’impatto degli impianti di cui si tratta. Dibattito che da parte mia, ma anche di tutti coloro che manifestano la loro opposizione alla realizzazione degli impianti, viene sempre tenuto sul piano della correttezza formale e caratterizzato dalla ricerca di argomenti ad opponendum di rigore scientifico e di costante e completa adesione all’etica scientifica e professionale.>> Ho concluso la premessa, significando agli Onorevoli interlocutori la disponibilità a comprovare il mio curriculum vitae. Quanto alle considerazioni sul fenomeno dell’ascarismo, riprendo alcune considerazioni ripetutamente già fatte proprio in “Sardegnasoprattutto“. Si assiste oggi ad una grave crisi nell’etica delle professioni. Forse legata alla temperie economica del paese. Crisi che purtroppo nasce nelle Scuole e nelle Università, che non appaiono in grado di fornire, oltre ai necessari rudimenti professionali, quegli indirizzi morali che regolano l’esercizio della professione e che sono considerati in una data società come universalmente vincolanti per coloro che esercitano l’attività professionale. La deontologia professionale sembra diventata un inutile e fastidioso orpello, piuttosto che la regola alla quale uniformarsi. La mia considerazione riguarda quei professionisti che, pur di portare avanti determinate politiche aziendali, affermano ciò che non può essere affermato. Come – per riferire casi concreti delle osservazioni alle relazioni delle società in questione – ad esempio il degrado di terre altamente produttive; o che scambiano per degradate o di scarsa fertilità terre temporalmente non utilizzate, e altre simili amenità. Ciò che emerge dalla lettura attenta dei documenti presentati dalle Società Flumini Mannu e Gonnosfanadiga Ltd dimostra – se ve ne fosse bisogno – il senso di quale considerazione gode la Sardegna. Riporto perciò la frase contenuta nel parere pro veritate degli avvocati delle società. L’autorizzazione e la costruzione dell’impianto di Flumini Mannu e di quello gemello di Gonnosfanadiga, che sono le due prime centrali solari termodinamiche a scala commerciale da 55 MWe mai costruite in Italia è necessaria per poter partecipare alle gare internazionali che vengono bandite annualmente nel mondo per questo tipo di impianti per valori complessivi di miliardi di euro. C’è da domandarsi quale possa essere l’interesse della Sardegna a far realizzare sul proprio territorio impianti che non hanno alcun significato per il soddisfacimento del fabbisogno energetico dell’isola. NESSUNO. Di più i danni che si creeranno saranno permanenti e irreversibili per il territorio, particolarmente per gli aspetti relativi ai suoli ed ai paesaggi. Riguardo infine al fenomeno del Land Grabbing, negato dal Virdis, vorrei ricordare – traendo da una bella relazione ad un recente seminario del mio Maestro Prof. Angelo Aru – <<la Sardegna è da sempre terra di conquista, da sempre luogo degli esperimenti più arditi, da sempre la terra da cui prendere. Per i Fenici e i Punici e poi per i Romani, dapprima base operativa per i commerci, ma poi luogo di sfruttamento minerario e agricolo.>> Senza voler ripercorrere tutte le vicende che storicamente hanno interessato l’isola, la dominazione sabauda – e il Prof. Aru in un suo saggio fa riferimento all’improvvida Legge delle chiudende – ha rappresentato certamente la summa del grabbing che la Sardegna ha subito. Land grabbing, Mine grabbig. E per arrivare ai giorni nostri il Landscape grabbig urbanistico delle zone costiere e per le attività industriali. Il grabbing delle servitù militari e – si prospetta – il grabbig per le servitù del nucleare. Sinceramente, aggiungere il Landscape grabbing per gli esperimenti di una società privata, che intende presentare il proprio pedigree industrial-energetico nelle gare internazionali del valore di miliardi di euro, è un costo che l’isola non può sopportare. Il tutto, peraltro, con arroganza e supponenza. Ma anche profonda ignoranza: dell’ambiente in primo luogo, emersa in ogni punto delle proposte progettuali della società. |
Il fatto è che a certe persone ,quando le si toglie l’osso dalla bocca, diventano un po nervose.
Personalmente oserei chiedere ai responsabili dell’iniziativa dove,in caso di realizzo, andrebbe convogliata e spesa questa enorme quantità di energia. Paleso questo dubbio perchè, non molto tempo fa , venne presentata nel mio paese la proposta di un parco eolico di ben 200 ha. L’impianto era fine a se stesso . Non era previsto alcun utilizzo dell’energia prodotta ne tanto meno reti di collegamento. In realtà si trattava di dare ossigeno ad una fabbrica di pannelli eolici tecnicamente obsoleti , finanziata per intero con fondi pubblici. La fabbrica era di proprietà della famiglia di un pittoresco ministro Siciliano allora molto in voga. La cosa si fermò in quanto quel ministro si trovò poi in una tempesta giudiziaria per altri motivi.
Quanto alla improbabile pretesa di insegnare al prof. Vacca la ” classificazione ufficiale delle terre ” mi sembra un tantino pretenziosa . In questo senso credo che gli studi e le esperienze professionali siano più attendibili , se pur acquisite per la bisogna , di quelle di un Architetto i cui studi sono indirizzati a creare opere d’arte diverse dalla orrenda monotonia ambientale di una distesa di pannelli solari. Mi scuserà l’Architetto Virdis per le mie idee, e il Prof. Vacca , da cui forse ,in omaggio a Shakespeare ci si aspettava il” silenzio come la migliore risposta quando si sentono…….”