Stranieri & stranieri [di Franco Masala]

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Szczesny Dzeko Jovetic Nagatomo Pogba Oikonomou Hamsik Nainggolan Ibarbo sono soltanto alcuni dei giocatori stranieri che militano nel campionato di calcio di serie A appena ripartito. I tifosi sono pronti a inneggiare alle loro prodezze come fossero campioni di casa nostra. Che poi siano costati un botto di soldi e magari possano rivelarsi autentici bidoni sembra un fatto del tutto secondario nell’economia generale del “gioco più bello del mondo”, inquinato da scandali, mazzette, scommesse e quant’altro.

Schmidt Belleger Bradburne Hollberg Aufreiter Zuchtriegel Assmann sono i cognomi dei sette direttori di prestigiosissimi musei italiani, recentemente nominati dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini. Sono stranieri certamente, ma anche europei comunitari, e sono scaturiti da un concorso che ha fornito pure tredici italiani per dirigere le istituzioni museali più importanti d’Italia. Ciò che ha fatto gridare allo scandalo con accuse di esterofilia, di emarginazione per i nostri connazionali, di complotto contro le nostre intelligenze.

Ora se è vero che sapere alla direzione della Galleria degli Uffizi un tedesco in luogo del titolatissimo Antonio Natali può destare qualche perplessità, è altrettanto certo che ormai tutti i venti nuovi nominati andranno giudicati alla prova dei fatti e a conclusione del loro mandato tra quattro anni.

È se mai da discutere, in via preliminare, il contesto più generale nel quale i magnifici venti si collocano, considerata l’esiguità della “fettina” di bilancio che viene destinata ai beni culturali in Italia. Tutti avranno forse maturato esperienze significative internazionali (in realtà non è così praticamente per nessuno) ma rimarrà comunque il problema degli investimenti e delle effettive possibilità di crescita di quelle istituzioni.

È noto che il personale qualificato nei musei italiani ha numeri piccolissimi e i nuovi direttori potranno avere anche idee brillantissime ma senza uomini e donne e senza adeguati investimenti la situazione continuerà ad essere estremamente precaria. E speriamo che il famigerato vocabolo “valorizzazione” non diventi il primo obiettivo di tutti. Tanto per evitare di smentire l’aureo articolo 9 della Costituzione italiana che recita “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”

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