Terra Paesaggio Occupazione Futuro[di Maria Antonietta Mongiu]

Corte_Samatzai

Giovedì 28 novembre a partire dalle ore 9 si terrà a Cagliari al Teatro Massimo  Il Convegno Nazionale del Fai,SARDEGNA DOMANI – Terra Paesaggio Occupazione Futuro.Nel corso del Convegno studiosi, imprenditori, artigiani, intellettuali, dirigenti del FAI si confronteranno nelle tavole rotonde, coordinate da Gad Lerner e da Pasquale Chessa. I temi: l’Agricoltura Storie della terra e dalla terra. Racconti di pastori, agricoltori, agronomi che hanno “fatto” e traducono l’esperienza in nuovi modelli. Artigianato: Il sapere delle mani. Testimonianze di creatività: come rileggere e interpretare il passato nella contemporaneità. Il dono dell’accoglienza: Le opportunità. Sardegna accessibile sempre per un turismo che tuteli le bellezze naturali e storiche. La Sardegna per la terra. Creare opportunità per i giovani con modelli innovativi: dare valore alla terra e ai paesaggi rurali, recuperare l’edilizia esistente, fermare il consumo di suolo.

Aprono il Convegno Andrea Carandini, Accademico dei Lincei e Presidente Nazionale del Fai, e Giulia Maria Mozzoni Crespi, fondatrice e Presidente onoraria del Fai, sarda di adozione . Realizza un sogno ed un progetto: dedicare un Convegno all’isola che frequenta da 50 anni e di cui ha visto trasformazioni positive ma anche lo smodato consumo del territorio, la perdita di saperi e della cultura della terra.

In Sardegna è esemplare l’interdipendenza tra natura e cultura. Una dominante da cui ripartire per tracciare uno sviluppo ecosostenibile. Il Convegno dà conto del percorso di riconoscimento del valore della terra e del paesaggio sardi ma s’interroga su come bloccare il consumo del territorio e su come mettere al centro di ogni progetto l’agricoltura, l’artigianato, l’accoglienza, la conoscenza, la creatività. L’obiettivo è capovolgere i paradigmi che in Sardegna ed in Italia hanno stravolto il territorio e depauperato la ragione che ha fatto dell’Italia e della Sardegna il luogo per eccellenza della bellezza e del paesaggio storico.

La Sardegna può ancora essere un laboratorio dello sviluppo ecosostenibile da “esportare” in altre regioni se l’isola deciderà di conservare la qualità del suo ambiente che nell’immaginario, specie per l’ambito costiero, è percepito tra i più belli ed attrattivi. Ad oggi, malgrado i piccoli e grandi ecomostri sulle coste e nei paesi (la Sardegna ha 377 comuni), l’isola ha il 96,7% del territorio libero da costruzioni di cui il 32,5% sono aree naturali, boschi e foreste ed il 64,1 % a destinazione agricolo-zootecnica. Le aree urbanizzate ammontano a 3,3%. Tre volte tanto sulle coste (9,1%). L’isola viene identificata con queste perché le più appetibili per la speculazione edilizia e per i soldi sporchi. La cementificazione “selvaggia” o “pianificata” ha moltiplicato sottosviluppo e disoccupazione, e lasciato migliaia di case vuote o invendute: su 802.149 abitazioni il 57,31% (459.762) si trovano nei comuni costieri, su cui insistono il 73,43% (153.065) di case vuote (208.458).

Se il modello di sviluppo, fondato sulla cementificazione e sulla chimica di base, è fallito, il domani ed il futuro della Sardegna sono l’agricoltura, l’artigianato, i diversi turismi in cui sono protagonisti bellezza, paesaggio, patrimonio culturale. In Sardegna ci sono non meno di 12.000 aziende agropastorali. Gli occupati superano quelli dell’industria e del cemento. Dalla terra quindi bisogna ripartire e sulla terra bisogna investire. Un popolo che non produce il suo fabbisogno alimentare è destinato a perdere sovranità ed in prospettiva democrazia.

Perché ci sia un vero sviluppo, la Sardegna ha necessità di elevare i livelli di istruzione, di conoscenza, di sapere dalla scuola materna ai master. I livelli italiani e sardi sono tra i più bassi nelle graduatorie OCSE Pisa. Ci vuole molta più competenza che nel passato per mettere mano a bonifiche dei suoli, ripristino dei territorio, riconversione sostenibile. I poli petrolchimici e carbonifero – minerari, le servitù militari, le avventurose industrializzazioni nel cuore della Sardegna hanno inquinato  più che che in altre regioni italiane. Per ovviarvi e prospettare un diverso orizzonte sono necessari consapevolezza e pratiche virtuose ed il superamento dell’intervento a pioggia e dell’assistenzialismo.

La collocazione geografica della Sardegna e le sue peculiarità socio-antropologiche hanno costruito una geografia con una pluralità sorprendente di paesaggi talvolta ignoti anche ai sardi. In Sardegna tuttavia si registra una crescente coscienza che il paesaggio sia elemento identitario e  pilastro dello sviluppo ecosostenibile. Ne è evidenza l’introduzione al Piano Paesaggistico Regionale, varato nel 2006 in attuazione del Codice Urbani, della Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze 2000), dell’art.9 della Costituzione. Da quel punto di vista non si può recedere.

La circolarità tra i temi proposta nel Convegno SARDEGNA DOMANI è la strada. Ha però bisogno di una diffusa paideia che veda coinvolti soggetti pubblici e privati e faccia crescere un’opinione pubblica che percepisca il paesaggio come sintesi dell’operosità millenaria di uomini e di donne. Un paesaggio, quello italiano, che è stato modello di un modus operandi universale. Ecco perché il Convegno nazionale del FAI tematizza la Sardegna, terra antichissima in cui convivono monumenti e alberi millenari, piante autoctone e piante antiche come in pochi luoghi, una delle più alte concentrazioni al mondo di centenari, con l’obiettivo che diventi la regione più “decementificata” e meglio conservata d’Europa.

Nel Convegno SARDEGNA DOMANI  non solo saperi accademici ma alcuni protagonisti  del fare e del saper fare, senza intermediari. Proporranno una visione del mondo proiettata nel futuro che non dimentica la sua cultura materiale ed immateriale. Manufatti e luoghi esemplari negli allestimenti nel foyer del Teatro Massimo e nella vicina Villa Satta, sede dell’IED. Raccontano il paesaggio della storia, della manualità, del patrimonio culturale, della creatività, della  ricerca.

Il Convegno è aperto a tutti perchè vuole essere un momento comunitario. Lo stesso buffet, gratuito per gli studenti (universitari e medi), esprime la qualità di cui la Sardegna è capace. In apertura alle 9 Salvatore Mereu con Transumanza e subito dopo i violini di Pattada, venduti in Giappone. In chiusura alle 18 il Coro delle voci bianche del Conservatorio di Cagliari. Il Convegno SARDEGNA DOMANI – Terra Paesaggio Occupazione Futuro pensa soprattutto a loro. Sono il nostro futuro.


One Comment

  1. Paola Cannas

    Brava Maria Antonietta!
    La tua fiducia incrollabile sul valore della competenza, e la Tua generosa attività spesa in questi anni difficili su numerose battaglie per promuovere la cultura ed il territorio della Sardegna, è un faro di riferimento per chi ha voglia di credere in un luminoso futuro. Complimenti e Auguri.

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