Tre uomini in barca [di Carlo Melis]

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Sereno e spigliato, quasi sornione, tutt’altro dal ritratto fatto dagli antichi sostenitori trasformatisi in detrattori. Al sindaco di Quartu Sant’Elena Stefano Delunas si legge in faccia la consapevolezza di chi ha compiuto un’impresa che segnerà la politica sarda. Non tanto aver materializzato l’oscuro oggetto del desiderio che da Roma in giù eccita le fantasie della politica politicante, chiamato grosse koalition, quanto aver notificato che il re è nudo. Intendendo la politica e i partiti che governano la Sardegna. Maggioranza e opposizione di cui l’opinione pubblica non percepisce discontinuità o differenze.

Il neosindaco non è protagonista di un gesto futurista ma di un calcolato quanto sofisticato progetto che notifica che le segreterie dei partiti in Sardegna sono politicamente di paglia o meglio fallite. La nuova architettura inaugurata a Quartu, all’inizio dell’anno agrario, forse non si chiuderà nel breve tempo come si augurano Soru e Cappellacci, segretari solo di nome del Pd e di Fi. Due ex presidenti accomunati dalla sconfitta e dall’indubbia capacità di bluff che nel caso di specie ma, più in generale, nelle ultime amministrative ha rivelato la dimensione. L’ininfluenza e l’invisibilità li collocano al capolinea della loro vicenda politica. Si godano i privilegi derivati dai loro attuali incarichi, li capitalizzino finché possono e amen.

A Quartu Sant’Elena, togliendo la parte ai pentastellati, si cimentano ora un marcato profilo di pancia e di frontiera – da sempre vivo nella vasta periferia di Cagliari – e la sperimentazione di dispositivi che possono accorciare le distanze tra il variegato melting pot della banlieue cagliaritana e chi governa. Via la Tasi subito ha detto il sindaco!

Un esito inusuale quello di Delunas ma non così stravagante. La composizione della giunta regionale d’altronde esprimeva in nuce questa traiettoria non fosse altro per le continue delegittimazioni delle segreterie, quelle dei partiti veri e quelle dei fasulli, che il profilo modesto del progetto e dei singoli assessori ha impedito di trasformare in un’originale opportunità di governo. Il recente rimescolamento nel Consiglio regionale rafforza la tendenza e al contempo dichiara finita ogni velleità riformista e sovranista.

Tanto vale per le situazioni pasticciate e, a tratti, indecorose espresse dal centro sinistra sardo, cogliere nel caso Quartu due piccioni con una fava: mettere in un angolo le vecchie volpi e occupare in forme originali le vaste praterie che la politica sarda sta ignorando, preoccupata non delle nuvole nere che si addensano sulla Sardegna quanto del proprio destino che non vacilla solo perché è stato scambiato con il voto di ubbidienza al governo Renzi.

In chiusura suggerisco una lettura, utile in questi frangenti. Il romanzo Tre uomini in barca che Jerome K. Jerome pubblicò nel 1889. E’ l’avventura di tre uomini e di un cane che risalgono il Tamigi sorprendendo il lettore con le loro peripezie. L’insolita storia ebbe un clamoroso successo contrariamente al pessimismo dell’editore. Il romanzo vendette in Inghilterra oltre un milione e mezzo di copie. Mai sottovalutare le compagnie di giro disconosciute dai padroni del vapore. Sono quelle che, nei momenti privi di leadership, alla fine trionfano. Bisogna solo capire, nel nostro caso, chi è il cane e l’effetto contagio a Cagliari.

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