Cagliari, Martedì 22: Città accessibili per una mobilità sostenibile [di Francesco Sechi]

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Siamo oramai giunti alla quattordicesima edizione della “Settimana Europea della Mobilità Sostenibile” iniziativa promossa dalla Commissione Europea che ha come obiettivo quello di incoraggiare le amministrazioni locali a introdurre e promuovere misure di trasporto sostenibili e invitare i residenti a sperimentare alternative all’uso dell’auto.

Come ogni anno, anche quest’anno, si promuovono iniziative di vario genere il più delle volte orientate a dimostrare quanto sarebbero più belle le città senz’auto, e quanto siano efficienti i sistemi di trasporto pubblico moderni. E come ogni anno non si perde occasione di rimarcare come la responsabilità dei cittadini, restii a lasciare l’auto a casa, sia la principale causa dei fenomeni di congestione che vediamo oggi nelle strade.

In realtà, mentre si cerca di alleviare i sintomi di un modello di mobilità basato sull’uso dell’auto, nulla o poco si discute su quelle che sono le principali cause di questo modello di mobilità. Esse risiedono nello sviluppo urbano “disperso” e nel sistema delle infrastrutture stradali che vicendevolmente si alimentano generando città intrinsecamente “inacessibili” con modalità diverse da quella dell’auto.

Città che si caratterizzano per la presenza di infrastrutture di trasporto le quali, progettate per ridurre i tempi di viaggio tra origini e destinazioni remote, non si sono curate dei territori e delle vie attraversate degradandole. E’ su questo tema che il Centro Studi dell’Ordine degli Ingegneri di Cagliari intende focalizzare l’attenzione promuovendo un convegno “interdisciplinare” sul tema dell’accessibilità urbana che si terrà a Cagliari martedì 22 Settembre dalle ore 16.00 presso l’Aula Magna della facoltà di Ingegneria.

Attraverso l’organizzazione del convegno “Città accessibili per una mobilità sostenibile” il Centro Studi intende evidenziare che non esiste “mobilità sostenibile” se manca la ”accessibilità” intesa come “facilità” nel poter raggiungere diverse attività localizzate in differenti destinazioni per tutte le categorie di cittadini e con qualsiasi mezzo.

Se ne parlerà non solo con ingegneri trasportisti, urbanisti e architetti ma anche medici e sociologi, in grado di evidenziare le esigenze di accessibilità delle categorie deboli e i vincoli che certi quartieri impongono nella loro vita quotidiana, storici e scrittori capaci di raccontarci ciò che le opere ingegneristiche delle città hanno prodotto negli anni e i giornalisti a cui spetta il compito di raccontare giorno dopo giorno le dinamiche di una comunità.

L’auspicio è che si possa generare un processo di discussione più elevato e maggiormente condiviso, che possa tradursi in una maggiore consapevolezza del problema complesso dell’interazione fra urbanistica e trasporti e nel cercare di comprendere cosa ostacola una corretta pianificazione per uno sviluppo territoriale sostenibile oggi legato ad interventi sporadici, specialistici, ristretti e slegati tra di loro, nonché governati da interessi che spesso poco hanno a che vedere con la pianificazione.

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