Il bosco come risorsa locale in un contesto globale – dal Marganai al protocollo di Kyoto [di Antonino Soddu Pirellas]

Marganai, Pirellas

Il Marganai è una vasta area del Sulcis scampata alla deforestazione selvaggia sotto il governo sabaudo. Come è tristemente noto, in Sardegna la distruzione dei boschi è stata disastrosa, e col pretesto delle riforme è stato abolito l’antico diritto di ademprivio che consentiva l’uso comunitario delle risorse e di fatto garantiva la presenza dell’uomo sul territorio e la salvaguardia del patrimonio forestale.

Si sono salvate le aree nelle quali le popolazioni si sono ribellate senza esclusione di colpi (ad esempio Montes, nel territorio di Orgosolo) e alcune aree funzionali agli interessi economici delle città oppure impraticabili per l’esbosco. Nel caso del Marganai la salvezza della foresta è dovuta all’aiuto determinante di Giovanni Siotto Pintor, Domenico Lovisato e Alberto La Marmora.

Scriveva il La Marmora con riferimento alla Valle di Oridda del Marganai: “La Valle di Oridda magnifica, di incomparabile solitudine, i cui scenari cambiano a ogni passo (…) Ma questa ridente contrada sta per cambiare aspetto e diventare arida perché, adesso è stata affittata in gran parte ad uno speculatore straniero, vero e proprio Attila delle foreste della Sardegna (nota: si tratta del conte Beltrami, sodale di Cavour) … senza che l’amministrazione superiore si preoccupi troppo dei gravi danni (…) La prima conseguenza della devastazione dei boschi, sarà l’inaridimento delle sorgenti”.

Il Marganai oggi è un’area di particolare bellezza, paragonabile forse all’immagine descritta da La Marmora ed è una porzione significativa del patrimonio forestale della Sardegna, (tra le regioni più “verdi” d’Italia secondo l’Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio (INFC, www.infc.it/ ). Una parte del Marganai è gestito dall’Ente Foreste (che ha curato la riforestazione dagli inizi del decennio 1980) e una parte (meno di 2000 ha) attraverso forma cooperativa di lavoro locale, che integra la selvicoltura con attività agro-zootecniche e produzione di pellet. La diversificazione dei prodotti (latte di capra, carni suine virus esenti, miele, assortimenti forestali) e dei servizi (ricettività turistica, trekking, sistema turistico integrato) verticalizza i processi di produzione di formaggi (nel caseificio poco distante) ed energia termica (produzione di pellet a valle della foresta).

Il caso Marganai suggerisce alcune considerazioni che aiutano ad evidenziare un punto di debolezza (agricoltura – foreste, funzionalmente complementari ma che fanno capo ad assessorati diversi) e i punti di forza (l’uso delle risorse del territorio per lo sviluppo locale e la forma cooperativistica di lavoro condiviso) in vista dell’attuazione degli strumenti di supporto finanziario dell’UE fino al 2020, e in attesa del prossimo meeting mondiale sul clima.

Credo sia un punto di debolezza che la Sardegna autonomistica abbia separato l’Agricoltura (che fa riferimento ai terreni arabili SAU) dalle foreste (che sono di competenza dell’Ambiente) a differenza delle istituzioni internazionale come la FAO, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, l’UE, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti.

I pastori della Sardegna tradizionalmente usano i pascoli (spesso arborati) e i boschi limitrofi in una complementarietà e multifunzionalità dinamica, tanto che negli anni di magra gli animali pascolano utilizzando le ghiande e le fronde degli arbusti del sottobosco. Questa variazione dinamica dell’uso del suolo (LULCC) ha oggi una grande importanza nei meccanismi di resilienza e di mitigazione degli effetti del cambio del clima.

I nuovi bandi europei, se ben utilizzati, premiano la specificità ambientale della Sardegna nei suoi punti di forza, sia per obiettivi specifici di uso locale delle risorse e fonti di energia rinnovabile a bassa emissione di carbonio (http://interreg-med.eu/wp-content/uploads/2015/06/ToR_Specific_Obj_2_2_RES_EN.pdf) che per rafforzare l’integrazione multifunzionale delle risorse locali per la sicurezza alimentare attraverso la cooperazione (http://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/en/h2020-section/food-security-sustainable-agriculture-and-forestry-marine-maritime-and-inland-water), e attraverso il nuovo piano di sviluppo rurale (http://www.regione.sardegna.it/speciali/programmasvilupporurale/2014-2020/psr-2014-2020).

Per ultimo, anche per stemperare le polemiche attorno al caso del ceduo su un’area del Marganai, vorrei riportare uno scritto del botanico Manlio Chiappini (citato da Fiorenzo Caterini): “Nessun’altra regione italiana presenta caratteristiche perfettamente collimanti soprattutto per valori di luminosità, irraggiamento, forza vitale intrinseca dell’ambiente. Qualunque specie vegetale può essere ospitata e acclimatata in Sardegna con esito favorevole, ma questa poliedricità della nostra terra purtroppo non è stata ancora perfettamente compresa nel suo giusto valore”.

Questo significa che un ceduo con 150 – 180 matricine in un terreno sano e sotto il controllo forestale avrà presto esito favorevole; significa anche un’altra cosa che riguarda la nostra capacità di sardi di non aspettare i land grabbers, ma studiare e utilizzare nel giusto valore le risorse che abbiamo.

*Land artist

One Comment

  1. Buonasera.
    Scrivo per esprimere un grande apprezzamento per il suo intervento.
    Percepisco la ricerca di una conoscenza articolata, fondata sulla considerazione rispettosa dell’altrui operare.
    Lei centra in pieno una grave debolezza della Regione.
    Per la Sardegna la base culturale rurale è un patrimonio fondamentale, il motore della suo modo di conoscere, della sua impressionante capacità di produrre cultura.
    Come lei giustamente evidenzia, qui il confine “bosco/non bosco” è sfuocato, il paesaggio, espressione di una interazione millenaria, è unitario. L’agricoltura non può non essere “ambiente”, le “foreste” sono, a loro volta, coltura. Il valore di questi boschi è dato dalla lunga storia di “contaminazione” che testimoniano, non certo da una male intesa “incontaminazione”!
    Che senso ha avere una amministrazione regionale con Agricoltura ed Ambiente separati?
    Discuterei volentieri le sue valutazione in merito alla matricinatura e magari anche alcune immagini retoriche eccessive in merito alla deforestazione ma sono dettagli, in un quadro di sincero apprezzamento.
    Grazie, saluti, Roberto Scotti

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