Guarda (che) Delunas, guarda (che) Marino! [di Carlo Melis]

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Ricordate “Guarda che luna….” ? Grande successo nel 1959 di Fred Buscaglione, musicista distaccato in Sardegna durante la guerra. A Sassari fu l’animatore di concerti, mitici tra i sassaresi. Ai tempi il sindaco di Quartu S. Elena Stefano Delunas non era ancora nato e forse non conosce quel ritornello. Delunas chi? E’ quello dimessosi per essere stato sfiduciato dal suo partito, il Pd. A distanza di mesi è in sella avendo trovato nel centrodestra i numeri per una giunta. Che sollievo non avere il Pd alla giugulare!

Vari gradi delle segreterie del Pd sardo, infatti, boss del Pd quartese con famiglie in resistibile carriera politica a dirgli come scegliere assessori, presidenti di commissione, direttori. Fossero stati almeno d’accordo fra di loro. Tutti invece a cercare di imporre se stessi, amici, parenti. Esasperato, sbottò: “Basta, il sindaco sono io e decido io!” Da lì sfiducia e preoccupazione per la sua salute che, in verità, pare di ferro. In campo subito il soccorso azzurro che in Sardegna ha agito ben prima ma sottotraccia. Tranquillo, i numeri te li diamo noi. Così è stato.

Sono di questi giorni, invece, le dimissioni del segretario cittadino del Pd quartese: “La nostra comunità è stata tradita, presa in giro, sbeffeggiata da chi doveva ringraziarla tutti i giorni. La stessa nostra comunità fatta da ragazzi che per questo partito hanno sacrificato sessioni di esami; padri e madri sono tornate tardi per lavorare ad una campagna elettorale che ci ha visto vincitori”, ha detto “Il partito ha bisogno di una nuova rigenerazione. Per me la politica non è un gioco, è una cosa seria. In questi mesi sono cresciuto. Lascio questo incarico a testa alta . La mia dignità è al primo posto: non mi faccio sporcare da questo modo di fare politica” .

Che desolante l’amarezza di un giovane che scopre che, a causa del suo partito, si sente sporcato “da questo modo di fare politica”. Altro che Buscaglione, dovrebbe risuonare “Un mondo d’amore” di Gianni Morandi: “Uno non tradirli mai, han fede in te, due non li deludere, credono in te…”. Da attualizzare con “Soprattutto non usarli mai per i tuoi giochi di potere”.

Nel mentre sono saldamente stuggiati ai loro posti i segretari regionale e provinciale del Pd, poco turbati dal circo quartese. Quello regionale poi, reduce dal grottesco flop della sua prima Festa Sarda dell’Unità, fa finta di giocherellare con il tema del rimpasto regionale. Non ci crede neanche lui, figuriamoci i sardi che sanno che è preso da altre faccende. Roba da periferia dell’impero romano- renziano. Intanto in Sardegna le esercitazioni NATO sono contestate solo da movimenti vari mentre i renziani della prima, seconda, terza ora (dal segretario regionale del Pd, al presidente della giunta, alla sottosegretaria ai Beni Culturali che non si pigliano tra di loro) non battono ciglio per l’Operazione Nato Trident e per il governo che l’ha autorizzata.

Ben altra rilevanza Marino (guarda che Marino!), nonostante le analogie con Delunas. Entrambi candidati dal Pd dopo le primarie ed eletti sindaci. Marino col 64% dei voti, Delunas col 51% degli 8.000 elettori su 72.000 aventi diritto al ballottaggio. Entrambi sfiduciati dal partito e invitati alle dimissioni. Delunas è stato anche espulso.

I fiumi d’inchiostro sulla sindacatura Marino sono di provenienza Pd del tipo: Marino è inadeguato a fare il sindaco, non media, non ha cultura politica, non risponde alle indicazioni del partito. Marino è un gaffeur, un autoreferenziale, uno che non si fida dei propri collaboratori e non entra in relazione con i cittadini.

Se così fosse perché il Pd ha candidato Ignazio Marino? Non conosceva le sue caratteristiche ed il suo carattere? O, forse, una volta utilizzato come campione dell’antimafia capitolina con ritorno d’immagine e di consensi per il Pd, è diventato scomodo per gli equilibri di potere in cui avevano sempre sguazzato i dirigenti romani del Pd?

Che manna gli scontrini per costringere il riottoso Marino a farsi da parte. Il sindaco, confermate le dimissioni, pare in procinto di presentare una lista propria alle prossime amministrative. Se avverrà ci si augura che Marino non cada, come Delunas, nel trabocchetto della destra ma si avvalga del contributo delle migliori intelligenze e competenze di chi vuole spendersi per risanare Roma.

Comunque vada, per il Pd che guarda con occhi censori gli scontrini di Marino (“indifendibile!”) e mantiene fra i ranghi di governo personaggi indagati e rinviati a giudizio per peculato ed altri poco onorevoli reati si tratta oggi, come lo è stato ieri con Delunas, di una vicenda che sottrarrà ulteriori consensi al partito. Che favorirà il ritorno della destra che sembrava sconfitta a Quartu e a Roma.

One Comment

  1. Antonello Farris

    Ciò che si è verificato (la veloce trasformazione di un partito che era di sinistra… e che ora è di destra) è che oggi di “indifendibile” c’è solo il Pd.
    Per molti di noi il Pd è oramai morto per sempre. E amen.

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