La grandezza della città eterna [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda 17/10/2015. Inserto dedicato alla FaiMarathon 2015. Cagliari tra saperi e cultura “…qui i miei passi intessono il loro labirinto incalcolabile…” scrive Jorge Louis Borges in “Buenos Aires”, poesia che celebra la città che attraversò con i piedi e con la penna anche quando i suoi occhi si oscurarono. Continuarono a vederla nel suo “luccichio” e nelle sue miserie perché un luogo di molte genti e di molte tracce del tempo perduto è la mappa “di ogni sorte umana” che si percepisce con la mente e con il cuore prima che con gli occhi. Anche Cagliari, una delle madri di Buenos Aires, se ci facciamo viandanti svelerà tutta la sua grandezza e bellezza e, come Buenos Aires, si farà mondo. Non c’è bisogno di scimmiottare nessuno, basta percorrerla con piedi e occhi curiosi dalle strade tortuose di Castello alle sue appendici, ai viali alberati che Gaetano Cima volle importare da Parigi, alla città-giardino della borghesia, oltre la città murata, a quella periferica e ignota di Is Mirrionis e del CEP. Bellissimi sulla carta e nella realtà. Città di pietra e città d’acqua ma anche città del verde e dei mille giardini. Non ultimi quelli verticali che scalano le mura come non è riuscito a nessuno che l’abbia assediata. Verde diffuso, stratificato, e verde concentrato dall’antica Botanica di Via Eleonora d’Arborea all’attuale Orto Botanico di Viale Sant’Ignazio. Una sorpresa, nel cuore della città, che per densità e ricchezza storica ha pochi confronti. Quanta energia restituisce passeggiare nelle vie ricche di piante zingare e fuggitive, da un luogo all’altro, per popolare ogni angolo possibile. Visitando domani 18 ottobre, nello stesso pomeriggio, l’Orto Botanico e le collezioni naturalistica e mineralogica del Dipartimento di Geologia, in Via Trentino, leggeremo non solo percorsi e labirinti del tempo e del sottosuolo ma quelli di uomini che vennero da lontano come Leonardo de Prunner o Domenico Lovisato o Patrizio Gennari per farsi cagliaritani ma anche di chi andò lontano come Eva Mameli Calvino per riportare pezzi di mondo vasto e non più terribile come insegnò Antonio Gramsci, vicino di casa e forse frequentatore dell’Orto Botanico. Chissà se la sua passione naturalistica, intrecciata a quella glottologica, che attraversa lettere e scritti non sia cresciuta qui fino a farne una pedagogia. Il nuovo appuntamento autunnale del Fai Sardegna prosegue quelli dell’affollata visita alla mostra “La memoria ritrovata” nella Cittadella e della lettura collettiva de “La domenica di carta” nella Sala Settecentesca. Il titolo “Cagliari: luoghi dei saperi e della cultura” dà valore ad una città di studenti e di studentesse dove, in architetture eminenti, si trasmettono saperi. La domenica della Fai Marathon sarà ancora più rilevante se in tanti ci iscriveremo, daremo il nostro contributo e condivideremo il motto “Ricordiamoci di salvare l’Italia” da declinare “Ricordiamoci di salvare la Sardegna” e naturalmente “Ricordiamoci di salvare Cagliari”. Potremo allora dire di Cagliari, citando nuovamente Borges, “La giudico tanto eterna come l’acqua e l’aria”. |