Creare per poi tuffarsi nel mondo L’affollata solitudine di Pasolini [di René de Ceccatty]

Pasolini-Liberazione

Il Corriere. it 26/10/2015. Il traduttore: «Quarant’anni dopo la sua morte è più facile leggerlo e capirlo. Lucido e geniale, per i giovani è un contemporaneo. Anche nella mia Francia» 40 anni dalla sua morte, Pier Paolo Pasolini è ancora più facile da leggere e da capire.

Visse in un contesto politico molto opaco, molto intenso, ma anche confuso. Anni di piombo. Adesso, invece, si può capire meglio la sua voce singolare, molto profetica, perché Pasolini aveva una visione della giustizia incredibile. Io stesso sono stato colpito dal fatto che quando cominciai a tradurre Pasolini — negli anni ’82-’83, quindi poco dopo la sua morte — avevo difficoltà a convincere gli editori francesi.

Mi rispondevano sempre: «È un personaggio italiano, degli anni Settanta, un idealista…». E poi, a poco a poco, mi sono accorto che i lettori giovani — quelli nati dopo la morte di Pasolini — lo capivano molto meglio, perché descriveva un mondo che loro conoscono. Ed è un mondo terribile.

I giovani possono perciò avere la stessa nostalgia di un mondo che loro non hanno conosciuto, che è il mondo del Friuli: un mondo un po’ «paradisiaco». Questo mondo però i giovani lo sognano quando leggono Pasolini. Anche un libro come Petrolio, indubbiamente molto difficile, i giovani hanno una possibilità di capirlo. Petrolio parla di un mondo oscuro — corrotto dal petrolio, dal capitale — che adesso è il mondo normale: quello che leggiamo nei giornali o che vediamo alla televisione.

Pasolini ora viene letto e capito come un uomo politico non più isolato, ma singolare. E poi c’è, per esempio, la sua sessualità che ora i giovani capiscono, non solo perché s’è verificata un’evoluzione dei costumi ma perché il mondo e il poeta omosessuale o il poeta che è insieme cattolico e marxista viene capito molto meglio ora. Ho tradotto di recente tre raccolte poetiche di Pasolini, tra le quali due antologie che sono andate molto bene e questo vuol dire che i lettori hanno bisogno di una persona come lui.

I francesi capiscono anche Poesia in forma di rosa, che potrebbe essere considerato un libro molto legato alla storia dell’Italia. I giovani hanno bisogno di incontrare questo mondo fatto di intimità e lucidità politica, di nostalgia personale e di visione del mondo intero. E hanno bisogno di incontrare questo tipo di poesia.

Pasolini, parlando del mondo a lui coevo, sosteneva che fosse meno grave la dittatura fascista rispetto alla dittatura del capitalismo: sotto il fascismo gli uomini indossavano la divisa, cantavano inni fascisti, ma, una volta tornati alle loro case, riprendevano ad essere se stessi, mentre con un capitalismo tanto invadente non c’è più neanche questa possibilità.

Ecco, io non so se avesse ragione, ma comunque aveva vissuto il fascismo in modo molto ambiguo, perché aveva un padre fascista e aveva un fratello antifascista. Pasolini si accomodava alla bell’e meglio in questa situazione, cioè trovava il suo posto e poteva infatti scrivere poesie. All’inizio era un po’ distaccato ma negli anni Quaranta tutto fu più difficile.

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