Cleopatra e l’agenda di Cappellacci [di Raffaele Deidda]

alluvione pecore

Il giorno 18 novembre Cappellacci avrebbe dovuto iniziare il tour degli incontri informativi sul PPS, il Piano Paesaggistico della Sardegna a cui, a detta del presidente della Regione, “Qualche inquilino dei palazzi romani, dopo aver fatto ostruzionismo, vorrebbe imporre uno stop dall’alto”. L’” inquilino” è il Mibac, il Ministero dei beni e delle attività culturali che si è espresso contro l’iniziativa unilateralmente assunta dalla Regione Sardegna nell’approvare il PPS fuori dalla copianificazione prevista dal Codice Urbani.

A partire dal giorno 18 Cappellacci avrebbe portato in giro per la Sardegna il suo PPS dicendo ai territori, come nel 2009, di preparare cazzuola e cemento perché le norme “restrittive” del PPR varato dalla giunta di centrosinistra nel 2006 sarebbero state superate da quelle permissive del Piano Paesaggistico dei Sardi.  Un corposo assaggio delle nuove permissività la Sardegna l’aveva avuto con le edizioni del Piano Casa che hanno permesso di per milioni di metri cubi. Il presidente della Regione avrebbe concesso ancora, molto di più. Con l’adozione del PPS, osteggiato dagli“inquilini dei palazzi romani” si sarebbero potute superare le norme ancora in grado di limitare i danni di un’ alluvione catastrofica come quella che ha colpito la Sardegna con devastazione e  morte.

Ora il Mibac, con il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, afferma che il Piano Paesaggistico della Giunta Cappellacci “va nella direzione dello smantellamento del sistema di tutela del territorio quando invece, anche alla luce dei tragici eventi attuali, appare particolarmente importante la tutela delle coste marine e degli arenili, la cui privatizzazione, anche parziale, potrebbe aggravare la pressione edilizia su queste aree particolarmente fragili del territorio con pesanti conseguenze”. E che osserva come: “Era a tutti ben chiaro che il territorio sardo aveva e ha la necessità di essere maggiormente tutelato e non maggiormente sfruttato. Purtroppo i tragici eventi di questi giorni lo confermano” .

Era ben chiaro a tutti ma non a Cappellacci, a cui tornava utile sostenere che “nessuno meglio di noi sardi può decidere come si difendono il nostro paesaggio ed il nostro ambiente”. Con il PPS permissivo, per l’appunto! Che, come evidenzia il sottosegratario Borletti Buitoni  e le persone di buon senso civico rilevano, “prevede un allentamento del grado di tutela sia per la costa marina sia per altre zone di particolare pregio paesaggistico, quali i centri storici o i corsi d’acqua pubblica, e integra al suo interno modifiche sostanziali di molte zone anche fortemente tutelate”.

 

L’agenda di Cappellacci è stata stravolta dal ciclone Cleopatra con le bombe d’acqua che hanno martoriato ampi territori della Sardegna e ucciso 16 persone. Mentre indossa gli abiti del protettore civile e visita commosso i luoghi del disastro, il presidente della Regione lancia accorati appelli affinché si realizzi la massima “coesione istituzionale ed il contributo di tutti per aiutare la nostra gente e la nostra terra a rialzarsi”.

 

Un appello accoglibile. Come potrebbe non esserlo? Lo sarebbe ancora di più se non provenisse da un presidente che giustifica con una “piena millenaria” la tragedia che ha colpito la Sardegna, mentre la sua amministrazione ha revocato fondi per 1,5 milioni di eurodestinati a contrastare il dissesto idrogeologico. Se provenisse da un presidente di Regione che ha a cuore la propria terra e che è impegnato a promuovere seri interventi di prevenzione del territorio. In grado, questi sì, di generare reali ricadute economiche. In luogo delle cementificazioni senza regole e senza rispetto della natura, che producono consenso e sostegno elettorale ma distruggono paesaggio ed economia. E sono responsabili dei disastri ambientali, come Cleopatra ha drammaticamente dimostrato.

 

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