Salvatore Mura Pejrani, missionario e difensore degli umili [di Sergio Vacca]

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E’ scomparso dieci giorni fa un difensore degli umili, dei diseredati, ma anche uomo del dialogo, un sacerdote missionario cagliaritano, che ha speso tutta la sua vita per gli altri. I suoi fratelli in Cristo. In Colombia per 52 anni.

Negli anni 70 del secolo scorso, Padre Mura ereditò la cattedra di Filosofia Morale che fu di Camillo Torres Restrepo, il sacerdote, guerrigliero e rivoluzionario colombiano, precursore della Teologia della liberazione, cofondatore della prima Facoltà di Sociologia in Colombia all’Università Libre di Bogotà. Notoriamente definita covo di marxisti. Padre Mura tenne la cattedra per 7 anni, guadagnandosi il rispetto e, in tanti casi, l’amicizia, degli allievi. La Scuola cagliaritana da cui proveniva, il Liceo Dettori, lo aveva abituato al confronto. Lui, giovane dell’Azione cattolica, dibatteva col suo professore di Filosofia, Nicolò Fara, profondamente laico e agnostico.

Fu nell’Azione cattolica alle Grazie di Nuoro negli anni 40, dove trascorse la giovinezza, fino al Ginnasio, al seguito di suo padre, alto funzionario dello Stato. Negli anni 50 Aspirante nella S. Benedetto a Cagliari, sotto la guida dell’indimenticabile Parroco, Dottor Pisano. Solo al termine degli studi, con la benedizione di suo padre, entrò nella Congregazione dei Missionari della Consolata. Studi a Torino e, dopo la prima Messa celebrata a Cagliari, fu inviato in missione in Colombia. La regione del Caquetà, in piena foresta amazonica, fu la sua prima sede. Poi Jerusalem, S. Vincente, Manizales, Medellin, Cartagena des Indias, Bogotà e tanti altri piccoli villaggi.

Il suo allievo ed amico Ricardo, affermato medico a Medellin, ha inviato un ricordo di Padre Salvador: Algo que admiraba en Tore, fue la humildad y el vivir con lo estrictamente necesario, lo que él materialmente poseía, cabía en una pequeña maleta, el verdadero e inmenso tesoro, lo llevaba en su corazón.

Questo era il suo spirito che lo ha portato a dare tutto se stesso agli altri, ai diseredati. Con l’aiuto dei suoi tanti amici cagliaritani, nuoresi e di altre parti d’Italia ha realizzato piccole case d’abitazione per i desplazados della guerriglia; ha realizzato scuole ed ha sostenuto lo stipendio degli insegnanti. Ha difeso, anche a costo della propria vita, gli umiliati e gli offesi.

Ha difeso i campesinos cacciati dalle loro terre dalla guerriglia e dai narcotrafficanti o dai paramilitari e i pescatori delle isole del Rosario dagli speculatori. Fu minacciato più volte di morte. In una di queste circostanze dovette perfino intervenire il Parlamento Europeo per diffidare il Governo colombiano e intimargli di salvaguardare la vita di un cittadino europeo.

Ma il dialogo era comunque la costante della sua vita, lo era soprattutto con quelli che non la pensavano come lui. Con la guerriglia, per cercare di diminuire le sofferenze di chi era costretto a lasciare le proprie terre. Ma anche con i politici e gli amministratori per difendere i diritti della gente.

Questo era Padre Salvatore Mura Pejrani, Tore per gli amici, scomparso nel pomeriggio di domenica 22 novembre all’ospedale di Rivoli per un improvviso malore per una patologia contratta in missione.

2 Comments

  1. P. Claudio Fattor

    l’articolo è una bella testimonianza di P. Salvatore Mura una vita di umile servizio per il bene del prossimo.

  2. Laura

    Grazie Sergio,
    mi ha emozionato leggere i passi del tuo articolo nel quale viene descritto lo spirito speciale di Zio Toto, la sua capacità di donarsi senza riserve. Un bellissimo esempio per tutti.

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