Il Giubileo arma il mondo di misericordia [di Veronica Rosati]
Manca poco a Natale. La complessità delle vicende contemporanee dà vita ad una serie di interrogativi. Il sangue versato dal terrorismo e l’ondata di odio che porta con sé scuote le vite e i cuori di persone di ogni fede. La paura può portare ad una chiusura generalizzata. Non si contano più i nuovi profeti che sventolano le bandiere della tradizione cristiana come armi di un indefinito moto ideologico di resistenza all’avanzata dell’ombra malvagia. Guerre cruente raccontate come un inevitabile scontro di civiltà, dove il professarsi di una o dell’altra fede è solo un’etichetta di battaglie che nulla hanno a che vedere con il credere in Dio. Comunque lo si chiami. Ma quali sono le risposte di un credente? Cosa ci aspettiamo dalla Chiesa? L’8 dicembre, giorno della solennità dell’Immacolata Concezione, si aprirà l’Anno Santo: il Giubileo Straordinario della Misericordia. È stato annunciato al mondo da Papa Francesco con la Bolla di indizione dello scorso 11 aprile. Colpiscono la sua chiarezza comunicativa ed attualità. Utilizza fondamentali pilastri teologici mettendoli al servizio del mondo. Per il mondo stesso e per ogni essere umano di oggi. Per chiunque. Dalle pagine di Bergoglio comprendiamo che ciò che sta per iniziare sarà un’occasione unica di rinnovamento spirituale per la Chiesa e per tutti. Si celebrerà ovunque, a Roma e in tutte le chiese particolari e questo sarà un segno visibile della comunione di tutta la Chiesa. Il Giubileo avà inizio il giorno del cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Tale ricorrenza porta con sé il bisogno di tenere viva la memoria di un evento epocale. Oggi come allora si percepisce la necessità di parlare al mondo in maniera più comprensibile. La Chiesa usciva dalla sua secolare fortezza di verità e di leggi da rispettare con un entusiasmo nuovo. Semplice e tangibile da chiunque. Come il Vangelo. Il rinnovamento giubilare sarà nel segno della misericordia. Ma cos’è davvero la misericordia? Francesco lo chiarisce riportando il pensiero di S. Tommaso d’Aquino, il quale definisce la misericordia ciò in cui si manifesta l’onnipotenza di Dio. Egli si rivela onnipotente con la misericordia e il perdono. È il volto di Gesù Cristo che rivela agli uomini la misericordia di Dio. Bergoglio ricorda l’Enciclica Dives in misericordia di san Giovanni Paolo II e ne rinnova l’attualià. L’uomo di oggi pare domini il mondo, soprattutto grazie alla scienza e alla tecnica. Ha soggiogato la terra, credendosi onnipotente ed escludendo Dio dalla sua vita. Lasciare spazio alla misericordia divina è visto erroneamente come un accessorio superfluo ed avvilente della natura umana. Il Giubileo vuole invitare l’uomo a riportare nella sua vita uno spazio per il silenzio. Un momento indispensabile e proficuo. È nel silenzio che il credente si fa uditore di quella strada di speranza e di felicià che Dio ha scelto per noi. È una via accessibile, poichè ci è stata mostrata da Cristo che è venuto nella storia. La misericordia è espressione dell’amore che Dio prova per ogni sua creatura. Tutte, nessuna esclusa. È il suo amore che perfeziona le nostre nefandezze, che perdona i nostri peccati. Il Giubileo è una nuova occasione per porci disponibili a rinnovare la nostra consapevolezza dell’umano bisogno di Dio. Per essere felici; per essere persone migliori. Bergoglio invita, infatti, anche criminali e corrotti ad intraprendere una nuova vita. È terribilmente attuale la necessità di abbandonare l’indifferenza verso la sofferenza altrui. Dei ricchi verso i poveri del mondo. In un mondo globalizzato l’essere umano deve aprire il suo cuore a quanti vivono nelle “periferie esistenziali”. Di guerra o di povertà o di qualunque altra forma di sofferenza che fa perdere la dignità. È Cristo che porta in dono al mondo la misericordia divina. Annuncia all’uomo che in Dio può trovare la felicità perfetta. Ciò, a differenza di quanto si può credere, non limita la natura umana, ma la perfeziona. È necessario riscoprire un’umiltà autentica, dove l’uomo è consapevole di se stesso e dove liberamente sceglie la via verso Dio. Vive l’amore misericordioso di Dio e se ne fa testimone. Ogni giorno. La misericordia va oltre i confini della Chiesa stessa. Così come lo è l’amore di Dio per ogni sua creatura. Senza divisioni, senza muri che creano scontri. L’amore di Dio unisce tutti. La misericordia elimina ogni forma di chiusura. Ci relaziona anche con l’Islam. Francesco ci ricorda che il Dio dei musulmani è Misericordioso e Clemente ed è proprio alla misericordia che i fedeli di Allah si affidano per superare le proprie debolezze. Non importa quale sia la nostra fede. Possiamo essere cattolici o musulmani oppure atei convinti. Perchè non cogliamo tutti l’occasione di questo fecondo silenzio per ritrovare noi stessi? Ne abbiamo un disperato bisogno. Senza falsi profeti, senza guerre e divisioni. Armiamoci di misericordia. |