Pubblichiamo l’omaggio di Giovanna Marini a Pier Paolo Pasolini poeta, scrittore, regista e massimo intellettuale del ‘900, ucciso il 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia. Con questo iniziamo una serie di omaggi a sardi e italiani illustri in tempi in cui la figura dell’intellettuale si va appannando in favore di conformisti e “allineati” (NdR).
Persi le forze mie persi l’ingegno
Che la morte m’è venuta a visitare
E leva le gambe tue da questo regno!
Persi le forze mie persi l’ingegno
Le undici le volte che l’ho visto
Gli vidi in faccia la mia gioventù
Oh Cristo me l’hai fatto un bel disgusto
Le undici le volte che l’ho visto
Le undici e un quarto io mi sento ferito
Davanti agli occhi ho le mani spezzate
E la lingua mi diceva “è andata è andata”
Le undici e un quarto mi sento ferito
L’undici e mezza mi sento morire
La lingua mi cercava le parole
E tutto mi diceva che non giova
Le undici e mezza mi sento morire
Mezzanotte m’ho da confessare
Cerco il perdono da la madre mia
E questo è un dovere che ho da fare
lo a mezzanotte m’ho da confessare
Ma quella notte volevo parlare
La pioggia il fango e l’auto per scappare
Solo a morire lì vicino al mare
Ma quella notte volevo parlare
E non può non può
Può più parlare può più parlare
Non può non può
Può più parlare può più parlare
Persi le forze mie persi l’ingegno
Che la morte m’è venuta a visitare
E leva le gambe tue da questo regno!
Persi le forze mie persi l’ingegno
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