Astronomia, Genovesi e Isola di San Pietro [ di Leonardo Mureddu]
È notizia di questi giorni: il Comune di Carloforte sta per inaugurare un museo e un centro culturale nella settecentesca Torre di San Vittorio, già sede storica della Stazione Astronomica di Latitudine. Un progetto in collaborazione con il Museo del mare e delle migrazioni di Genova. Contemporaneamente, l’Osservatorio Astronomico di Cagliari, erede ideale della Regia Stazione di Carloforte, sta ultimando l’allestimento del Museo dell’Astronomia in Sardegna. Una storia che parte proprio dalla Torre di San Vittorio. È un cerchio che si chiude, e casualmente vede Genova protagonista fin dall’inizio, nel 1897, e nuovamente oggi con il gemellaggio con il Galata. Infatti, rileggendo i documenti che portarono alla creazione della Stazione astronomica, si apprende che la sede scelta inizialmente, più naturale se vogliamo, era la terrazza della Torre di San Pancrazio a Cagliari, dove il La Marmora aveva già posto un pilastrino di riferimento geodetico. Più naturale per un insediamento scientifico in quanto vicino a una sede universitaria con una già ricca biblioteca e una solida tradizione. Occorre qui ricordare che una delle esigenze stringenti della Commissione Geodetica Internazionale era che questa Stazione stesse su un particolare parallelo geografico, posto a 39° 08’ di latitudine. Proprio la latitudine del pilastrino di Cagliari – ma anche latitudine mediana di Carloforte. Come avvenne allora che la sconosciuta, scomoda, quasi irraggiungibile isoletta riuscì a scippare al capoluogo sardo questo prestigioso osservatorio? La storia è complessa e produsse un cospicuo carteggio tra politici, astronomi, scienziati e Il comandante B. Lasagna, ex vice direttore del Catasto di Genova, essendo stato recentemente sull’isola di San Pietro, nel 1897 fu interpellato dal presidente della commissione, che forse lo conosceva personalmente, e rispose con una lettera che sembra costruita apposta per far pendere la bilancia verso Carloforte. Vi si nota un accenno alla salubrità dei territori: in quegli anni la Sardegna meridionale era devastata dalla malaria, e sia Cagliari che Carloforte ne erano colpite, per la presenza degli stagni e delle saline. Ecco un breve stralcio: “…Cagliari è una città sana ma non si deve uscire dalla sua cerchia. Sarà facile trovare un posto per impiantare l’osservatorio a Nord della Torre di S. Pancrazio nelle vicinanze o nell’interno del giardino pubblico. La parte piana della città è poco sana. […] Sul parallelo di 39° 08’ non vi è a parer mio che l’Isola di San Pietro. E’ più sana del rimanente della Sardegna meridionale. E’ abitata da una popolazione di origine ligure anzi vi si parla il Genovese di Pegli. Nell’isola oltre il paese di Carlo Forte vi sono molte casette sparse ed utilizzate per la coltivazione dei terreni. Si potrebbe trovarne qualcheduna per alloggio. L’isola è trachitica a collinette, la più alta delle quali appena giunge a 214 m. […] La popolazione è molto industriosa e buona e Carlo Forte comune abbastanza importante. E’ in comunicazione con Cagliari per mare credo una volta per settimana; e con Iglesias per barca e ferrovia privata con uno o due turni al giorno. Il parallelo 39° 08’ taglia quasi esattamente per metà l’isola e l’osservatorio potrebbe impiantarsi a poca distanza da Carlo Forte. Disturbi sismici non se ne sentono; dominano molto i venti foranei…”. Da notare, nella lettera, l’accento posto sull’origine ligure degli abitanti di Carloforte, e addirittura della lingua parlata, il “Genovese di Pegli”. Quasi come essere a casa per uno del Nord. Il valore di Genova rientra poi in una relazione più generale, prodotta nel 1898 dal topografo Ettore Puccini, che fece un sopralluogo sull’isola per conto della Commissione Geodetica. Eccone un estratto, interessante per chi potrà riconoscere la Carloforte e i Carlofortini di oggi: “Carloforte è una graziosa cittadina, così chiamata in onore di S. M. il Re Carlo Emanuele III che ne fu il fondatore, concedendo nel 1738 l’isola, allora completamente disabitata, ad una colonia di oriundi genovesi provenienti dall’Isoletta di Tabarca sulle coste della Tunisa. […] Conta circa 8000 abitanti, è capoluogo di Mandamento e di Comune (Comune chiuso) ha Ufficio di Porto e di Dogana, Tenenza di Finanza con brigate di terra e di mare, Ufficio Postale e Telegrafico, Stazione di R. R. Carabinieri comandati da un Maresciallo, e da poco tempo anche Delegazione di Pubblica Sicurezza. Vi è una Sezione del Tiro a Segno Nazionale da breve impiantato, che sta costruendo il relativo campo di tiro per le istruzioni regolamentari. Ha un Circolo Commerciale con sale di lettura, di bigliardo, pianoforte, dove seralmente si danno convegno le persone che amano la riunione e dove i forestieri sono molto cortesemente invitati e ricevuti. Vi è anche un teatrino, assai discutibile è vero, ma abbastanza frequentato, specialmente dal ceto marinaresco. […] Carloforte è riunito alla Sardegna mediante servizio giornaliero di andata e ritorno da un piroscafo della N. G. I. in vicinanza coll’arrivo del treno della ferrovia privata Monteponi Porto-Vesme, alla sua volta allacciata col tratto Monteponi – Decimomannu – Cagliari – Decimomannu – Golfo Aranci delle Ferrovie Reali Sarde. La popolazione di Carloforte è molto industriosa e laboriosa, vive principalmente sul mare sia coi trasporti del minerale estratto sulla costa di ponente della Sardegna, sia colla pesca del tonno e del corallo; inoltre colla coltivazione delle saline e di due o tre miniere di manganese e di ocra situate nell’Isola. Il commercio con la Madre Isola, col continente Italiano, con l’Algeria e la Tunisia è abbastanza attivo e viene esercitato con piccoli velieri tutti di proprietà del Paese.[…] Certo che, una volta che fosse impiantata la Stazione internazionale, sarebbe preferibile che l’osservatore si abitasse vicino; ma è possibile e facile abitare in Carloforte e recarsi giornalmente, data la breve distanza, (circa 100 metri) sia per la strada del Cimitero, buonissima fin presso la Torre S. Vittorio, sia in barca, approdando al punto della costa più vicina alla stazione”. In questa relazione sono elencati tanti valori positivi: ospitalità, laboriosità, sicurezza, intrattenimenti serali, ed è messa in evidenza la raggiungibilità (piroscafo, ferrovie pubbliche e private). Insomma: nessun motivo per non scegliere Carloforte per questa collaborazione internazionale. È da questi primi passi che parte l’Astronomia in Sardegna, quasi con timidezza e su un territorio che sembra stato scelto proprio per la sua non sardità. * Ricercatore tecnologo INAF – Osservatorio Astronomico di Cagliari **Foto: Osservatorio astronomico Carloforte |
Salve,
una piccola precisazione, geodetica, relativamente alle ccordinate del pilastrino posto sulla torre di S. Pancrazio che, per quanto mi consta ha una latitudine di 39d 13’17”, per cui oltre 5′ più a N rispetto ai 39d08′ richiesti dalla Commissione Geodetica Internazionale, che successivamente individuó il sito di Poggio dei Pini come alternativo alla torre di S.Vittorio per il servizio ad esso preposto.
Comunque molte grazie per le notizie riportate nell’articolo riguardo la scelta’disinteressata’ della sede di Carloforte.
Ignazio Cara
Iglesias
Oltre ai carteggi, preziose testimonianze della storia del Servizio di latitudine, esistono i Bollettini della Società Astronomica Italiana, la “Rivista di Astronomia e Scienze affini “. Me ne sono capitate alcune tra le mani e nel numero 2 del Febbraio 1911, l’astronomo Luigi Volta, bisnipote di Alessandro, che all’epoca lavorava presso la Stazione di Carloforte, scrive che l’illustre geodeta Theodore Albrecht su incarico dell’ufficio centrale di Potsdam compì studi scrupolosi sulla distribuzione degli Osservatori Internazionali e che :.. fu, per la scelta, della Stazione Italiana, efficacemente coadiuvato dal prof. Celor2 il quale escluse le Calabrie e la Sicilia dal punto di vista sismico. Il Campidano sardo da quello igienico, per fermare l’attenzione e la scelta sull’isola di Carloforte (San Pietro) a sud-ovest della Sardegna, convenientissima sotto quei riguardi, conveniente pure nei riguardi sociali…. “.
P. S Luigi Volta e Giovanni Celoria non erano genovesi… La scienza è estranea ai campanilismi
Caterina Garbarino
Carloforte