I treni fantasma [di Francesco Sechi]

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Viaggiano praticamente sempre vuoti, si fermano in stazioni deserte dove raramente sale e scende qualche passeggero, spesso non li conoscono neanche gli operatori delle aziende di trasporto: sono i “treni fantasma”.

Li chiamano così in Inghilterra perché non li usa nessuno neanche nelle ore di punta. C’è chi dice ce ne siano 35, chi 50, e viaggiano con frequenze ridottissime, una due volte al giorno, una due volte alla settimana, di più non serve, anzi, è anche troppo. Eppure continuano a viaggiare a dispetto dei “conti in rosso” perché se si fermassero questi treni smetterebbe di funzionare tutta la ferrovia su cui viaggiano, ben presto il trascorrere del tempo arrugginirebbe le rotaie, la vegetazione coprirebbe man mano tutto l’itinerario, le stazioni andrebbero incontro ad un rapido degrado.

In sostanza i treni viaggiano per tenere in vita un’infrastruttura, perché chiuderla non è nelle volontà della comunità, che un domani immagina possa ridiventare produttiva recuperando i soldi spesi oggi per non dover sostenere i costi di ripristino di domani. E in Sardegna? Rischiano di essere “fantasma” persino i treni veloci che devono viaggiare su “una rete fantasma”.

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