Abbiamo bisogno di un supplemento d’anima [di Nicolò Migheli]
Se fosse capitato ad altri la notizia non avrebbe raggiunto il grande pubblico. Niky Vendola è diventato patrigno tramite la gestazione per altri (GPA), detta anche maternità surrogata, ed in termini dispregiativi utero in affitto. Vendola non ha mai fatto mistero della sua omoaffettività, è politico importante. L’annuncio della nascita del figlio del compagno cade mentre il Senato approva la legge sulle Unioni Civili. In questi giorni inizia l’iter parlamentare per una legge che faciliti l’adozione dei bambini da parte di tutti quelli che la richiedono compresi i single. L’affollarsi di notizie e scadenze ha innescato un dibattito che spesso è trasceso dal confronto civile nell’insulto. La GPA è tecnica che divide, legalizzata in alcuni paesi e proibita nella maggioranza degli stati. Persino il movimento femminista ha posizioni contrastanti, se una parte è possibilista o d’accordo, l’altra rappresentata dalla filosofa francese Sylviane Agacinski – personaggio influente della sinistra transalpina- è talmente contraria da aver promosso un movimento internazionale che la proibisca ovunque. Una problematica che tocca gli elementi fondanti della nostra esistenza: la nascita e la perpetuazione della specie. Così si spiega tanta passione e virulenza. Questo è solo l’ultimo caso. Il disagio della modernità costringe gli individui a procedere con il proprio apparato valoriale sotto stress. Le società tradizionali erano più sicure e prevedibili. I sistemi religiosi con l’invenzione del mito avevano costruito paradigmi che regolavano l’esistenza. Non a caso Prometeo per aver rubato il fuoco agli dei venne incatenato ad una roccia. L’ybris dell’essersi impadronito di un tecnica divina andava punita con il controllo totale, per evitare la catastrofe per la comunità. Per lo stesso motivo il desiderio individuale poteva essere destabilizzante, per questo gli ultimi due comandamenti del Decalogo lo puniscono. Tutto cambia con Lutero. Dio parla ad ogni cuore, non c’è più bisogno dei sacerdoti che intermedino. La modernità nasce nella negazione dell’Autorità, quella papale prima, quella paterna poi, e dalla liberazione del desiderio. La responsabilità ricade nelle scelte di ciascuno e non più nell’organizzazione comunitaria. Un percorso culturale che è stato liberatorio, però nel contempo ha allentato vincoli, ha reso centrale l’individuo rispetto agli obblighi sociali. La scienza ha rotto le catene prometeiche e percorre vie che possono essere anche minaccia per la sopravvivenza del genere umano come le armi di distruzione di massa ce lo ricordano tutti i giorni. In realtà vige il principio del se si può fare si farà. Unica condizione che ci sia qualcuno che nell’innovazione veda una possibilità di arricchimento. Il bisogno si può creare dal nulla. Un processo spinto che già nei primi anni Cinquanta del secolo scorso faceva scrivere al filosofo tedesco Gϋnter Anders che l’uomo è antiquato, inadeguato a governare il processo tecnicoscientifico. Le biotecnologie stanno già ridisegnando l’umanità fino a far dire a degli studiosi che siamo alle soglie del post-umano. La robotica sta creando degli automi da combattimento capaci di decidere se chi hanno di fronte sono militari ostili o civili. Se è il caso di sparare o no. Un algoritmo ci ucciderà. Inutile dire che questo è il tempo in cui tramite l’innovazione tecnologica e l’economia si esprime il dominio della biopolitica: il controllo delle menti, dei corpi e dei rapporti sociali tra individui. Se tutto diventa merce , pochi ne trarranno ampi benefici a scapito della maggioranza, aumentando la diseguaglianza, arricchendo i soliti. Ecco perché ci troviamo davanti a un nodo storico. Davanti all’impellenza di una ricostruzione degli apparati valoriali. I sistemi religiosi in Occidente non godono di buona salute e non riescono ad adattarsi alla molteplicità del presente. Nello stesso tempo occorre stabilire nuovi punti fermi e limiti certi. La base potrebbero essere i Diritti dell’Uomo adottati dalle Nazioni Unite. Comunque neanche loro universali; i paesi islamici e alcuni asiatici non li riconoscono perché di derivazione ebraico-greco-cristiana. Il filosofo Henri Bergson scriveva che la meccanica- intesa come capacità tecnicoscientifica- aveva bisogno della mistica, e la mistica della meccanica. Un supplemento d’anima, per governare le forze eccezionali scatenate dalla intelligenza e dal desiderio dell’uomo. Reincatenare Prometeo, per ora, non è possibile. |