Con il FAI e la 24ª edizione delle Giornate Fai di Primavera Insieme cambiamo L’Italia (1) Sassari [di Redazione]
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, in oltre 900 luoghi dell’Italia il Fondo Ambiente Italiano darà la possibilità a migliaia di cittadini di effettuare visite a luoghi speciali questo fine settimana. Si può sostenere la Fondazione con l’iscrizione, con un contributo libero e dal 14 al 27 marzo con un sms o chiamando il 45599 per raccogliere fondi per Insieme cambiamo l’Italia. È un weekend speciale con centinaia di migliaia di persone che escono di casa e occupano l’Italia, scoprendone aspetti inediti e insoliti grazie alla possibilità di conoscere luoghi che non si possono visitare e storie che non vengono mai raccontate. E gli oltre 8.500.000 italiani che hanno partecipato negli anni scorsi conoscono bene le emozioni che si provano solo durante le Giornate FAI di Primavera, la cui 24ª edizione è in programma sabato 19 e domenica 20 marzo 2016. Oltre 900 visite straordinarie a contributo libero in 380 località in tutte le regioni d’Italia: è il più importante evento di piazza dedicato ai beni culturali, una grande festa che si svolge fuori e dentro di noi. Fuori ci sono i luoghi dove darsi appuntamento per “riconoscersi” e vivere la gioia della cultura, tutti insieme in una serena atmosfera di condivisione. Dentro ci siamo noi, con le nostre storie e con la nostra curiosità a personalizzare ciò che vediamo. Accadrà anche in Sardegna. Venerdì 11 a Cagliari nella Sala Convegni del Gruppo L’Unione Sarda media partner per il secondo anno di seguito sono state presentate le località della Sardegna. Palau: Batterie Talmone; Sassari: Chiesa di San Paolo e Stabilimento Ardisson; Sorgono: Casa Serra, il Novenario di San Mauro e allineamento dei menhir; Cagliari: ex Noviziato dei Gesuiti/ex Ospedale Militare e Chiesa dei Gesuiti. Oggi ci soffermeremo su Sassari dove, sabato 19 e domenica 20, saranno aperti due siti grazie alla Delegazione FAI di Sassari, ai suoi volontari ed apprendisti ciceroni. Dalle 10:00 alle 17:30 chiunque può mettersi in fila e discutere di questi due luoghi importantissimi nella storia della comunità regionale. Stabilimento e casa Ardisson. Su una vasta area di circa 70.000 mq. in parte ottenuta in concessione dal Comune di Sassari e più tardi ampliata con l’acquisto di un terreno proveniente dalle proprietà del Duca dell’Asinara, sorse attorno al 1810 il nucleo originario della casa–stabilimento ad opera di Agostino Ardissone, imprenditore oleario e costruttore di origini liguri. Consta di un lavatoio per le sanse a pianta ottagonale con cupola centrale e lucernaio, a cui nel 1913 si aggiunse una nuova struttura per la lavorazione delle sanse con mezzi chimici, contenente una caldaia multi tubolare Babcock ancora oggi visibile, un essiccatore e un impianto di estrazione ad alambicchi ,oltre a scuderie, falegnameria, maniscalco.Una rotonda circolare con la cupola rivestita di ardesia circondava esternamente il lucernaio convogliando così le acque piovane verso lo stabilimento al piano sottostante. Entrando nel portone centrale subito a destra si nota lo scagno, tipico ufficio in legno di stampo ligure, e subito dietro depositi interrati per lo stoccaggio dell’olio. Nello stabilimento era stato adottato un sistema di produzione che, utilizzando il vapore ottenuto dalla combustione delle sanse esauste e consentendo quindi un utilizzo pieno del prodotto, attivava un processo virtuoso, verde ed economico. Furono poi aggiunti i depositi del tabacco e delle sanse esauste ed infine nel 1945 una raffineria, la prima della Sardegna, a completare la struttura rimasta in funzione con quest’assetto fino agli anni ’90. Da notare che l’attività industriale, comprendente originariamente anche la produzione di sapone, era facilitata dall’esistenza di una dragonaia, cioè un piccolo fiume carsico, la dragonaia di S. Biagio, posta proprio sotto le fondamenta dell’edificio. Al piano superiore dello stabilimento-chiamato S. Paolo dal nome della vicina chiesa- vi era la casa padronale estesa su metà della pianta ottagonale con stanze trapezoidali a schema diamante con la stanza esterna più grande di quella interna, abbellite sempre verso il 1913 con stucchi e decorazioni di gusto eclettico e liberty. Chiesa di San Paolo. Nella parte nord della città si trova la Chiesa di S. Paolo, oggi attigua al Cimitero Comunale, ma immersa nella campagna all’epoca della costruzione nel 1311 su impulso del sassarese Pietro de Nula e sua moglie Caterina che la dedicarono a Dio Onnipotente, alla Vergine Maria, a S. Pietro e Tutti i Santi, come si legge sulla lapide in caratteri gotici murata a sinistra del portale. In seguito la chiesa fu unita alle chiese di S. Barbara e S. Antonio di Morroi, finché, dopo una controversia durata molti anni, una bolla papale di Urbano VIII stabilì che la chiesa, ormai divenuta S. Paolo, passasse ai Frati Mercedari. Questi ultimi riedificarono il manufatto originario del XIV secolo, ma la facciata è posteriore, ripresa da quella di S. Pietro Sul lato si vedono i resti dell’antico convento annesso. Un tempo dinanzi alla chiesa si erigevano le forche, successivamente spostate altrove, mentre nell’Ottocento si usava deporvi i feretri dopo i funerali a causa della posizione a lato del cimitero. Nella seconda metà del secolo scorso la chiesa fu pressoché abbandonata e e lasciata decadere. Attualmente, nonostante un attento restauro che ha messo in luce le sue peculiarità architettoniche, la chiesa di S. Paolo non è ancora aperta. |