Trincea della prima guerra mondiale allestita per due giorni al Chiostro dell’Ex Noviziato [di R.C.]
L’Unione Sarda 18/03/2016. Gli aspiranti ciceroni scelti tra gli studenti illustrano le mostre delle Giornate di primavera. Tutto pronto per le giornate del Fondo Ambiente Italiano (FAI) previste per domani e domenica. Ma in sostanza che cosa potranno ammirare i cagliaritani? La risposta la firmano gli apprendisti ciceroni del FAI cioè gli alunni del L. Classico Dettori (III B); L. Classico Siotto Pintor (III F); L. Scientifico Pitagora Selargius (III F, IIIG); I.T.C.G. Einaudi Senorbì (III A, III B, III A – CAT). Dove si trova il Complesso del Noviziato dei Gesuiti o di San Michele? Si trova a Stampace, quartiere delle sette chiese, frequentato fin da tempi remoti. Ri-fondato dai Pisani nelXIII fu da loro dotato di fortificazioni. L’analisi delle direttrici urbane mette in evidenza come la via Azuni, già San Michele, su cui si affaccia il prospetto del Complesso gesuitico, è l’asse di confluenza delle vie che scendono verso il mare. Fulcro del quartiere. La facciata costituisce un magnifico fondale alla sommità del pendìo della strada. Stampace è quartiere abitato dalla fase punica e soprattutto da quella romana, probabile sede del municipium. In epoca medievale fu luogo di mercanti, artigiani e piccoli borghesi, sino a perdere gradualmente questa caratterizzazione. La parte inferiore del Complesso è formata da tre arcate che immettono su un ampio portico diviso in tre campate con volte a crociera che separano la chiesa dall’Ospedale militare. Al di sopra della facciata in una nicchia è collocata la statua di marmo di San Michele. Le tre arcate d’ingresso sono munite di grata di ferro: davanti quattro mezze colonne di granito, qualcuno di spoglio da un antico edificio, con in cima massi sferici. Il portale della chiesa di ispirazione settecentesca, sormontato da un fastigio i cui temi decorativi, sono riconducibili allo stile genovese del tempo. Dopo una gradinata in marmo si entra nella chiesa a matrice centrica con un’ampia aula ottagonale al centro ampliata a croce con sei cappelle radiali con volte a botte. La cupola a padiglione è poggiata su un tamburo ottagonale sul quale si aprono quattro finestre. Cosa si vedrà nell’Ex Noviziato dei Gesuiti/ Ex Ospedale Militare/Dipartimento militare di medicina legale? Spazi bellissimi in una città tra le più ricche di gioielli architettonici sulle cui destinazioni d’uso tutti siamo chiamati a decidere. Nelle Giornate FAI di Primavera 2016 nel suggestivo andito prospiciente il Chiostro dell’ex Noviziato sono allestiti cimeli, uniformi e documenti storici di Alberto Lecis che ne cura l’esposizione col Comando Militare Autonomo della Sardegna. Dal suo Ufficio Storico saranno esposti libri che spaziano dalla pubblicistica militare alle uniformi, ai documenti e preziose sculture in bronzo sulle diverse Armi: Fanteria, Artiglieria, Cavalleria, Genio, Trasmissioni e alcune specialità delle stesse dai Bersaglieri ai Granatieri. Rarissime le uniformi: giubbe in panno grigio verde di cui due della 1^ guerra mondiale da tenente del 206 e 46 reggimento di fanteria; una della seconda 2^ guerra mondiale da capitano di fanteria; due dell’ Accademia Militare e Scuola Militare della Nunziatella. Nel Chiostro sono allestite una piccola trincea della prima guerra mondiale con uniforme d’epoca, una bicicletta dei bersaglieri modello 1912, una barella unitamente ad una FOB (Base Operativa Avanzata / Forward Operative Base),ovvero una piccola rappresentazione di una base operativa avanzata realizzata dal personale dell’esercito Italiano nell’ambito delle missioni internazionali di Pace. Farmacia dell’ex Ospedale militare. La Farmacia dell’Ospedale dipendeva per i rifornimenti dall’ Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze. Sono esposti medicamenti degli anni ’40 del secolo scorso: fili di sutura in seta; cloroformio liquido, non più in uso; garze dell’’esercito tedesco; farmaci destinati alla cura dei militari, che avevano subito danni da aggressivi chimici tossicologici. Tra i farmaci il Chinino, indispensabile per combattere la malaria, diffusissima in Sardegna e debellata tra il 1946 e il 1950. Veniva studiata e approfondita la Bromatologia dove si determinava se un alimento è genuino o nocivo grazie ai numerosi strumenti presenti al suo interno, in particolare: una bilancia di Mohr-Westphal, degli anni ’30, utilizzata per misurare la densità dei liquidi, basandosi sul principio di Archimede; un colorimetro, strumento ormai superato, che permetteva di conoscere una concentrazione incognita di una soluzione, partendo da un’altra soluzione a concentrazione nota; due bilance analitiche monopiatto, risalenti una agli anni ’50 e l’altra agli anni ‘60; un ebulliometro di Malligand, degli anni ’30, uno strumento che permette di misurare in modo rapido la gradazione alcolica dei vini. Cosa si trova nella Sagrestia della Chiesa di San Michele? La Sagrestia è un ambiente della chiesa accessibile dall’ultima cappella a sinistra nell’ala nord. In essa avviene la vestizione dei ministri del culto e vi si conservano parametri liturgici e i registri parrocchiali. Fu edificata verso la fine del Settecento ed è a pianta rettangolare. E’ un monumento nel monumento. Si ammirano dipinti del ‘600 e del ‘700 di grande formato, arredi marmorei e lignei. Il primo è “La strage degli innocenti”, il più grande quadro di Cagliari. Entrambe le pareti lunghe della sagrestia sono decorate con dipinti di Altamonte tra cui quello raffigurante Sant’Ignazio. Una tela rappresenta San Francesco Borgia e un’altra San Luigi. A questi, si aggiungono tre quadri dei Martiri del Giappone, uno dei quali rappresenta San Francesco Saverio che riprende il Crocifisso caduto in mare. Altri quadri di pregio sono quelli raffiguranti Adamo ed Eva, ai lati dell’altare marmorei. Dietro l’altare, in una nicchia, vi è un antico simulacro della Vergine Immacolata che fu esposto nella Parrocchia di San Giacomo quando si celebrò la solennità per il dogma dell’Immacolata Concezione. La Sagrestia è celebre per gli affreschi nelle lunette che rappresentano scene della Bibbia. Gli arredi lignei, che occupano una porzione dell’Altare, sono in parte ad intarsio mentre quelli laterali sono dipinti ed imitano i precedenti. Vi è anche una nicchia con una statua in avorio raffigurante San Giuseppe e Gesù. Cosa si vedrà nella Chiesa di San Michele dei Gesuiti? Tra gli splendori architettonici, pittorici, e d’arredo nel presbiterio quattro angeli, un pellicano che si becca il petto per nutrire i suoi piccoli come Gesù che versò il suo sangue per la salvezza dell’umanità, e la fenice uccello immortale che rinasce dalle sue ceneri dopo tre giorni, come Cristo resuscita dal sepolcro. Nella Sagrestia si potranno vedere le Statue di Giovanni Antonio Lonis che dopo un periodo di apprendistato presso la bottega di uno zio, intorno al 1740 si recò a Napoli per affinare la tecnica scultorea. Rientrò in Sardegna nel 1750 e aprì una bottega nel quartiere Stampace, dove lavorò i restanti 55 anni della sua vita. Realizzò statue in legno policromo a soggetto religioso in stile tardo barocco e neoclassico per diverse chiese soprattutto del meridione dell’Isola. Is Misterius sono le sette statue settecentesche conservate nella sagrestia della Chiesa di San Michele da cui parte la Processione che visita sette chiese, con pausa in Cattedrale per ritornare e deporre le sette statue nella loro sede. Durante la Settimana Santa si effettua “ il giro delle sette chiese” in ciascuna delle quali fa ingresso una statua, differente per ciascuna chiesa, accompagnata dalla Madonna Addolorata. Dopo una meditazione dell’officiante si riparte per la successiva chiesa. La “Flagellazione alla colonna “esprime dolore fisico e rassegnazione” mentre “Incoronazione di spine” rappresenta sia la sofferenza di Cristo che un atto di scherno da parte dei soldati Romani, il “Crocifisso“, invece, rappresenta il momento più alto di sofferenza fisica ma soprattutto spirituale. Nel “Crocifisso” oltre al concetto di morte viene espresso anche l’amore che il Redentore prova per l’umanità sacrificandosi per essa. Le statue policrome sono realizzate in legno. Tre sono scolpite e dipinte; quattro hanno una struttura interna a manichino coperta da abiti. |