24 anni di Giornate FAI di Primavera [di Franco Masala]

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Anche quest’anno le Giornate FAI di Primavera hanno dato la possibilità di conoscere luoghi che quasi sempre non si possono visitare, e ascoltare storie che non vengono mai raccontate. Luoghi davanti ai quali, magari, si passa quotidianamente e che ignoriamo, presi da mille pensieri e da altre incombenze. Era necessario, dunque, giungere alla 24esima edizione delle Giornate per favorire la riunione di un complesso storico-architettonico come l’ex Noviziato dei Gesuiti nell’antico quartiere di Stampace a Cagliari.

Edificio noto alla gran parte dei sardi per la fatidica visita di leva in quello che dal 1848 era diventato Ospedale Militare, nettamente distinto dalla bella chiesa barocca di S. Michele che in realtà condividono un’unica facciata nella sommità della via Azuni. Grazie all’incontro, favorito dal FAI, tra la comunità gesuitica guidata da Padre Guglielmo Pireddu e il Comando Militare della Sardegna con il generale Giovanni Domenico Pintus i visitatori hanno potuto scoprire la correlazione dei due edifici, oggi separati da una cancellata ma uniti da alcuni secoli di storia comune.

E i memorabilia delle Forze Armate, esposti per l’occasione lungo i corridoi dell’attuale Dipartimento Militare di Medicina Legale, hanno interessato quanto i meravigliosi stucchi della sacrestia di S. Michele, rivelando un mondo pressoché ignorato.

Né è stato da meno il momento d’incontro che ha consentito di mettere in pratica uno dei principi basilari del FAI e cioè quella pedagogia sociale che facilita un’atmosfera di condivisione tra cittadini e cittadine, scolari e studenti Apprendisti Ciceroni e volontari, permettendo la riuscita della manifestazione.

Gli altri luoghi aperti dal FAI in Sardegna durante le Giornate di Primavera – dal parco dei menhir di Biru ’e Concas a Sorgono all’ex oleificio Ardisson di Sassari  – hanno rivelato le potenzialità di una Sardegna che annovera siti spazianti dall’archeologia tradizionale a quella industriale anche in luoghi lontani dalle coste. Beni culturali che appaiono in grado di attrarre visitatori e turisti mettendo in evidenza la varietà, la bellezza e l’unicità del nostro patrimonio che è il motore delle Giornate FAI di Primavera.

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