L’antico primato della laguna [di Maria Antonietta Mongiu]

saline

L’Unione Sarda 30/03/2016. La città in pillole. L’approdo con muri di fango ha ribaltato storici ruoli e funzioni. La geologia insegna che Cagliari insiste su depositi miocenici con lembi di panchina tirreniana che danno vita all’irripetibile paesaggio di colli e lagune. Quella ad ovest, paleovalle dei fiumi Cixerri e Mannu, è Santa Gilla.

Quante discussioni sui suoi nomi e luoghi, assorbiti a nord est dallo spazio del toponimo Stampace, e sulla preminenza della porzione cagliaritana su quelle di Capoterra, Assemini, Elmas. Perchè quel tratto di Santa Gilla, summa di identità e di nomi come Gilia, Igia, Cecilia, riassume in un autopoietico mito ogni fondazione urbana di Cagliari da quella arcaica alla giudicale e ogni declino.

Il suo sostrato insediativo affonda nel neolitico, certificato da resti di pasto e microliti geometrici in selce ed ossidiana, referenti di una stazione sulle sponde e ripescati da un dragaggio con materiali del IV millennio. Fondi di capanne con resti di pasto e ceramica raccontano di un villaggio del III millennio in Viale Trieste. Uno dei tanti nella laguna. Nell’età del Bronzo nel periplo sorgeranno – a Cuccuru Ibba, Sa Traia, Sant’Andrea, Sa Serra, Tanca ‘e Linarbus –  nuraghi e vi transiteranno merci micenee, cipriote, fenice. Eclatanti quelle di Antigori di Sarroch e di Mitza Purdia di Decimo.

Ma è un approdo  con muri di fango – vicino alla Città Mercato – che germinerà, dall’VIII sec. av. C.,  la millenaria città di  pietra. Ribalterà ruoli e funzioni e avrà il primato sulla laguna che tuttavia continuerà ad esserne la madre e ad alimentarla fin quasi a morirne.

La alimenterà ancora col FAI che si prenderà cura, restaurandolo e restituendogli valore, del villaggio del sale fondato da Luigi Contivecchi nella laguna di Santa Gilla, sintesi della storia della Sardegna e del Mediterraneo. Di questa oggi c’è bisogno e da questa è necessario ripartire.

 

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