Al capezzale del prezzo del latte [di Giuseppe Pulina]

Milk in various dishes.

Circa un anno fa scrivevo su queste colonne la mia opinione su cosa si sarebbe dovuto fare per il  settore ovino sardo per non piangere sul latte versato. Oggi è cronaca corrente il problema del crollo verticale del prezzo del latte di pecora.

Al di là della contingente flessione delle produzioni di latte all’ovile, che per quest’annata si prevedono inferiori del 15-25% rispetto allo scorso anno (motivi: pecore preparate male al parto, scarso uso di mangimi, siccità, nevicate, ecc..) e che aiuteranno obtorto collo la politica di contingentamento delle produzioni di Pecorino Romano, proviamo a mettere in ordine alcuni argomenti di sistema che ci aiutino a ragionare lucidamente e trovare il bandolo della matassa.

1.La Sardegna, il maggiore produttore di formaggio ovino e leader dell’export nel pianeta, è soggetta all’instabilità del prezzo del latte sconosciuta altrove. Attualmente in Francia, Grecia e Spagna, i nostri maggiori competitori, il prezzo del latte di pecora non scende sotto gli 80 cent.; analogamente avviene nel resto d’Italia, dove gli allevatori ovini sono preoccupati che la situazione sarda faccia collassare anche il prezzo del latte pagato sul continente.

2.La congiuntura internazionale è favorevole alle produzioni di latte: al 2035 la FAO stima che avremo bisogno di 235 milioni di tonnellate in più di latte; poiché quello ovino rappresenta il 3,5% della produzione mondiale occorreranno 8 milioni di tonnellate in più di questo prodotto, circa 2,5 volte ciò che si produce ora in Sardegna. Non a caso Cina e USA stanno iniziando a occuparsi seriamente di allevamento ovino da latte e il governo neozelandese ha varato un piano per portare il settore del latte ovino dagli attuali 6 milioni di dollari a 400 milioni nel 2030.

3.Il settore ovino da latte rappresenta in Italia la filiera in cui è maggiore il rapporto export/produzione, costituendo un importante asset della bilancia dei pagamenti agroalimentari nazionale.

4.L’economia del latte ovino e caprino è una delle ultime risorse di territori (non solo sardi) a forte emergenza spopolamento. 5. Il malessere del settore agropastorale può generare fenomeni di instabilità sociale in vaste aree dell’Isola. Per i motivi su esposti la filiera agropastorale sarda non può essere erosa nei capitali bestiame e umano e deve rappresentare un problema nazionale (sia diretto che indiretto) in quanto elemento cardine degli assetti economici del Paese e sociali delle sue aree più marginali. Il governo di sistema non può contare esclusivamente su negoziati volontari del tipo accordi di filiera.

Da un lato,  occorre un intervento più incisivo, quale la dichiarazione dello stato di crisi e l’istituzione del relativo tavolo, coordinato da un commissario straordinario, in grado di garantire la rapidità del flusso finanziario necessario a evitare il collasso delle aziende zootecniche e che rappresenti l’elemento di riferimento nel contingentamento forzato e continuativo della produzione di Pecorino Romano.

Dall’altro, necessita di  una rapida concentrazione e riorganizzazione delle imprese cooperative (in due, tre poli regionali) e la finanziarizzazione del mercato del latte con l’emissione di titoli future in grado di proiettare il sistema in una programmazione pluriennale.

One Comment

  1. Paolo Corposanto

    Egregio Professor Pulina,
    da qualche tempo m’interesso della trasformazione dei Pascoli
    in prodotto alimentare.

    Secondo una mia teoria, essendo quello sardo, un pascolo ricco di piante officinali, in seguito alla trasformazione delle erbe in carni, latte ed in ciascun rispettivo derivato, detti prodotti, occuperebbero una posizione di rilievo per la cura di notevoli malattie, così come potrebbero garantire uno stato di salute ottimale della Persona, con la sola eccezione di riferirsi alla cinta di ciascuna essenza appunto officinale.

    Gradirei attivare con Lei e con chiunque una discussione in questo sito, in proposito, considerando che essendo favorevoli le premesse per vedersi affermare una mia ipotesi, essa possa essere sostenuta al livello universitario da alcuni Corsisti di recente conoscenza ..

    Augurandomi che questo invito venisse tenuto in considerazione da chiunque intendesse favorirne la conversazione, porgo i più cordiali saluti con un distinto arrisentirci presto.

    Paolo Corposanto

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