Il mondo salvato dalla musica [di Franco Masala]

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Le partiture musicali sono state recuperate e archiviate dal maestro Francesco Lotoro, docente del Conservatorio “Umberto Giordano di Foggia” ed esponente della Comunità Ebraica di Trani.

È un episodio poco noto dell’Olocausto ma anche la musica fatta dai bambini ha contribuito a contrastare la malvagità dei nazisti. Tra il 1943 e il 1944, infatti, nel campo di concentramento di Theresienstadt (oggi Terezin) venne rappresentata più di cinquanta volte “Brundibár”, un’opera per bambini, composta dal musicista ceco ebreo Hans Krása. La vicenda narra di due orfani di padre a causa della guerra. La madre è malata e occorre del latte per aiutarla a riprendersi ma la povertà è tale che fratello e sorella decidono di cantare nella piazza del mercato per raccogliere un po’ di denaro.

Il suonatore d’organetto Brundibár (che raffigura Hitler) li caccia via con la collaborazione dei venditori ambulanti e di un poliziotto. L’aiuto di alcuni animali e dei bambini del paese consente di scacciare Brundibár, di cantare e quindi di guadagnare abbastanza soldi per comprare il latte per la mamma malata.

L’esilissima trama – che si rifà anche alla fiabe di Hänsel e Gretel e dei Musicanti di Brema – ha un chiaro riferimento al valore simbolico del trionfo dei bambini contro il male anche se non contiene espliciti riferimenti antinazisti.

Non è la sola musica prodotta nei lager ma solo una delle circa 4 mila partiture composte in prigionia, oggi conosciute per il 10% appena. Nonostante la ferocia delle SS, le camere a gas, le atrocità che portarono allo sterminio di circa 6 milioni di ebrei innocenti e di altri rei soltanto della loro opposizione al regime o del loro orientamento politico e sessuale, la musica nei suoi diversi ambiti – classica, sinfonica, lirica, jazz, leggera – fu composta quasi tutta clandestinamente da musicisti internati che, prima di scomparire nei lager, ebbero la forza di scrivere composizioni di ogni genere, spesso eseguite nei campi con mezzi di fortuna. Vere e proprie note della sofferenza e del tentativo di una vita “normale”.

E l’aspetto più atroce furono le riprese di una troupe cinematografica giunta da Berlino per girare un documentario di propaganda su “Brundibár” e la “vita” nei lager. Gran parte dei partecipanti alle rappresentazioni di Terezin e lo stesso compositore Krása furono successivamente trucidati ad Auschwitz.

Lunedì 26 febbraio alle ore 21 Rai Radio3 si collega in diretta con l’Auditorium Parco della Musica di Roma per trasmettere il concerto per il Giorno della Memoria Tutto ciò che mi resta. Il miracolo della musica composta nei lager con la partecipazione straordinaria di Ute Lemper, la voce narrante di Marco Baliani, e i Solisti e il Coro Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

 

 

 

 

 

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