Sospesi a un filo [di Federica Vacca]

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i fili come parole, i filati come il parlare, è l’alfabeto che le Janas regalarono
perché si compisse la memoria delle loro figlie, delle loro genti (Maria Lai, Dio distratto, 1994)
Un filo rosso vermiglio, è il leitmotiv che concatena paesaggi interiori e geografie emozionali. Un filo ricamato che racconta di un viaggio speciale alla scoperta di un sapere antico e di una tradizione arcaica tracciando paesaggi suggestivi attraverso narrazioni emotive.

Un filo cucito, archetipo stesso della narrazione, intreccia biografie, memorie e vissuti come la trama e l’ordito di un tessuto si intessono l’uno sull’altra, creando una nuova dimensione di senso. Un filo che diviene l’alfabeto di linguaggi apparentemente dissonanti che trovano un equilibrio precario tra il pensare, il fare, il mostrare e il raccontare. Un dialogo aperto, quello tra tradizione e innovazione, che da vita ad una sofisticata alchimia di pensieri, progetti, processi e visioni. Un viaggio ma anche un momento di riflessione attorno alle trame complesse della tessitura che, come intreccio collettivo, concorre a strutturare lo spazio di una nuova domesticità; raccontando il tessuto sociale della Sardegna nella sua complessità sospesa nella dicotomia tra antico e contemporaneo, tra tipico e atipico, tra unico e seriale.

Un filo sospeso che riscrive la mappa emozionale di mondi apparentemente distanti, che cuce i ricordi e i racconti di antichi rituali rievocando una dimensione a metà strada tra la memoria di un tempo passato e la contemporaneità di un presente frenetico che rimane indifeso e rapito di fronte a questi delicati intrecci di fili.

Una ricerca che intende esplorare le contaminazioni esistenti nel mondo della tessitura sarda che si intrecciano e aggrovigliano con la contemporaneità del fare progettuale del design. Molti sono gli artigiani, gli artisti e i progettisti che hanno guardato alla tradizione della tessitura nel suo complesso, come cifra stilistica di grande fascinazione, rileggendo le prassi consolidate del sapere artigianale attraverso equilibri inediti e nuove connotazioni di senso. Da questo saper fare sono nati oggetti singolari che esprimono l’autenticità e il fascino di una conoscenza, ritrovando le proprie radici nella tradizione ma trasmettendo l’identità forte di una nuova appartenenza al territorio.

Il potere metaforico del filo sospeso tra l’intreccio e la trama di questo racconto, è accentuato come elemento linguistico che unisce e connette ma che allo stesso tempo riesce a visualizzare le relazioni complesse che compongono l’insieme. Il filo è il percorso del racconto che ne scandisce il ritmo e ne delinea i territori e le geografie, mentre il tessuto diventa il medium espressivo che costruisce nuovi mondi assumendo inedite declinazioni di senso.

Sospesi a un filo è un momento di riflessione rispetto al mondo della tessitura in Sardegna. Uno speciale incontro tra saperi e culture che si articola in tre principali momenti che si aggrovigliano nella straordinaria cornice dello spazio NonostanteMarras a Milano il 16 Giugno 2015.

16 GIUGNO 2015
SOSPESI A UN FILO
a cura di Federica Vacca
presso lo spazio NonostanteMarras a Milano
http://www.nonostantemarras.it/

ore 19.00
Proiezione del film documentario
JANAS. STORIE DI DONNE, TELAI E TESORI
Produzione CARTA|BIANCA, Italia 2014, HD – 63’
Janas racconta la ricerca artistica ed esistenziale, sulle tracce della tessitura, di Stefania Bandinu, artigiana e artista sarda che vive divisa tra Bologna e l’Isola. La segue una piccola troupe di ‘continentali’, che racconta con sguardo appassionato, una terra straordinaria di cultura e creatività, tra passato e futuro. Accompagnato dalle musiche di Paolo Angeli, Paolo Fresu e Sonia Peana, il film raccoglie le storie, le biografie e le testimonianze incontrate durante il viaggio, fatte di passione, fatica, arte e magia.

ore 20.00
Insieme alle autrici

STEFANIA BANDINU & GIORGIA BOLDRINI
ne discuteranno
FEDERICO CHIARA/ Giornalista Vogue Italia
MARCO SAMMICHELI / Abitare Design Curator
FEDERICA VACCA / Ricercatore Politecnico di Milano

Presentazione della collezione di gioielli JANAS dell’artista e artigiana Stefania Bandinu
Forme arcaiche in cui stoffa, argento e filati uniscono tra loro narrazione e materia.
I tessuti provengono dai laboratori dell’Isola visitati durante il viaggio e ognuno corrisponde ad un incontro ed una precisa storia di vita. Come tessere di un mosaico, sono stati rielaborati in piccoli elementi scultorei, geometrie irregolari ispirate alla pietra che racchiudono in sé la memoria delle mani e dei luoghi in cui sono stati tessuti.
Piccoli amuleti che come intrecci complessi racchiudono i significati molteplici dell’omonimo film che è insieme una proiezione, una mostra, un ritrovo, un momento di riflessione, un ‘diario intimo’.
CREDITS / film documentario
JANAS. STORIE DI DONNE, TELAI E TESORI
soggetto e sceneggiatura: Stefania Bandinu e Giorgia Boldrini
regia: Giorgia Boldrini, Giulio Filippo Giunti, Stefano Massari
musiche: Paolo Angeli, Paolo Fresu, Sonia Peana
suono: Andrea Manca, Riccardo Nanni
riprese, fotografia e montaggio: Giulio Filippo Giunti, Stefano Massari
con la partecipazione di: Stefania Bandinu, Luciano Bonino, Maria Corda, Marcello Fois, Carolina Melis, Tonello Mulas, Michela Murgia,
Eugenia Pinna, Maria Serrau, Vilda Scanu, Veronica Usula, Chiara Vigo, Piero Zedde
produzione: CARTA|BIANCA, Italia 2014, HD – 63’

Per maggiori informazioni:
CIRCOLO MARRAS | via Cola di Rienzo, 8 – 20144 Milano – ph: +39 0289075001 – mail: press@antoniomarras.it | http://www.antoniomarras.it/

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