Biblioteche antiche e la nuova Digital Library [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda 18/04/2016. La città in pillole. Settecentomila volumi nell’edificio di via Università. E’ notizia recente che la New York Public Library consente gratuito accesso ad oltre 700.000 immagini digitali. Prima al mondo? Non proprio. La Sardegna Digital Library fu antesignana. Voleva rendere disponibile al mondo il patrimonio culturale della Sardegna da quello visivo e sonoro a quello letterario, artistico, archeologico. Grande l’investimento per trasformare in contenuti digitali i saperi della Sardegna di archivi, biblioteche, musei, istituzioni private. Si digitava Digital Library e compariva Sardegna e non London o New York. Nel tempo molte convenzioni per l’uso dei contenuti sono scadute. Molto trovarobato culturale l’ha invasa e le variazioni del sistema di accesso l’hanno resa farraginosa. Non più all’avanguardia per innovazione e contenuti. Che ci dispiaccia essere primi? Essere ultimi ed invisibili ripara dal confronto e dalla responsabilità. Per fortuna la frequentazione di archivi e biblioteche in Sardegna è confortante grazie a bibliotecari, operatori, insegnanti che agiscono spesso oltre il mandato e l’orario. A Cagliari abita la madre di tutte le biblioteche della Sardegna. E’ la Biblioteca Universitaria, la più ricca dell’isola. Se la NYPL ha 700.000 immagini on line, la Biblioteca di Via Università ha 700.000 volumi a stampa consultabili de visu. Conserva cinquecentine, incunaboli, riviste, periodici, stampe, carte geografiche. Frequentarla è attraversare tutta la cultura della Sardegna. Il suo cuore pulsante è la Sala Settecentesca sempre più disponibile per iniziative pubbliche. Archetipo di ogni biblioteca come la Biblioteca di Babele di J.L. Borges pare esista ab aeterno e anche quando non ci saremo “perdurerà illuminata, solitaria, infinita, perfettamente immobile, armata di volumi preziosi, inutile, incorruttibile, segreta” .
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