Cagliari Venerdì 29 alla Biblioteca Universitaria si discute di patrimonio storico-monumentale e paesaggio [di Michele Pintus]
Disseminati nel territorio della Sardegna ritroviamo numerosi monumenti che evidenziano il processo di antropizzazione che lo ha interessato fin dai tempi più antichi e testimoniano le vicissitudini della permanenza umana: raccontano la storia! Esiste un’ indissolubile relazione tra la disposizione degli insediamenti umani e le caratteristiche del territorio. Gli uomini da sempre hanno ubicato i propri insediamenti ove maggiormente potevano trovare i maggiori benefici, fossero essi produttivi, di difesa, di salubrità, ecc. In Sardegna, come in altre parti del mondo, queste considerazioni sono evidenti, sia che riguardino i benefici provenienti dall’agricoltura, dall’allevamento, dai boschi, sia quelli derivanti dalle attività minerarie e dal mare. Angelo Aru, professore emerito e socio dell’Istituto Italiano dei Castelli e del FAI Sardegna, trattando quest’argomento in occasione, ha più volte evidenziato sapientemente la relazione tra tipologie dei suoli e insediamenti umani nei diversi periodi storici. La distribuzione della popolazione, sostiene Angelo Aru, è sempre stata condizionata dalla tipologia delle risorse, dando spesso luogo a paesaggi molto diversi in funzione dell’uso più o meno intenso a fini produttivi. Basta pensare agli allevamenti, alla transumanza, all’attività mineraria, ecc, per capire come l’attività antropica è responsabile delle grandi modificazioni e della difesa delle risorse, qualunque esse siano: acque, suoli, miniere, ecc.. Gli eventi bellici inoltre hanno avuto quasi sempre lo scopo di difendere le proprie risorse o di conquistarne altre. Gli interessi per accaparrarsi le risorse naturali più preziose sono state in tutti i periodi alla base dei conflitti e continuano ancora oggi a livello mondiale, generando profonde modifiche al paesaggio e perdite, con sfruttamenti intensi e insensati, di risorse non più rinnovabili, se non in tempi estremamente lunghi. La conoscenza delle vicende umane è strettamente connessa alla conoscenza dei suoli; questa è di estrema importanza perché si tratta della risorsa che da sempre ha fornito i prodotti dell’alimentazione e non solo, e sarà sempre più importante nel futuro. Il suolo, per questo motivo, deve essere considerato come un bene comune che può raccontare in parte la storia dell’uomo. Per capire questi aspetti è sufficiente sovrapporre alla Carta dei Suoli della Sardegna la distribuzione degli insediamenti umani nei periodi storici. Nela fase nuragica si osserva che la massima quantità di insediamenti si trova nelle aree con suoli ad alta suscettività per i pascoli e per l’agricoltura. Situazione molto simile per gli insediamenti fenicio-punici. Nel periodo medioevale osserviamo la concentrazione degli insediamenti monastici e la dislocazione dei castelli. La maggiore densità è ove i suoli presentano una buona attitudine alla coltivazione o ai pascoli, anzi possiamo dire che quasi tutti i castelli della Sardegna nascono a protezione e difesa di questi territori. Le strutture fortificate si innestano a seconda della unzione su specifiche conformazioni del territorio e a loro volta le connotano fortemente. Le specifiche esigenze del presidio per determinare porzioni di territorio fanno sì che tali strutture corrispondano a sistemi a rete orientati in base a un preciso schema difensivo; questo consente di ipotizzare e progettare circuiti per un turismo consapevole. Questi forti ora come allora sono radicati in un legame simbiotico al contesto ambientale da cui sono condizionati e, a loro volta, condizionano; edifici unici irripetibili e testimonianze emotive della nostra storia. La maggior parte sono allo stato di rudere e nel tempo si sono integrati ulteriormente con il paesaggio, totalmente estraniati dalla destinazione d’uso originaria e dalla realtà storica in cui sono stati concepiti. Per motivi culturali e scientifici rivendicano un riuso compatibile che potrà essere attuato attraverso la conservazione totale, come risultato dell’uso congiunto delle tecniche di restauro e della ricerca fondata sulla conoscenza dell’opera architettonica. Di questo e d’altro discuteranno a Cagliari Venedì 29 aprile ore 17:00 Sala Settecentesca della Biblioteca Universitaria in Via Universitàcon chi scrive Angelo Aru, Franco Masala, Maria Antonietta Mongiu. Organizza l’iniziativa Patrimonio Storico-monumentale e paesaggi della Sardegna la Sezione Sarda dell’Istituto Italiano dei Castelli. |