Anche ai grandi artisti piacciono le strade [ di Francesco Sechi]

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Povera ferrovia, relegata oramai al semplice ruolo di “comparsa“, solo nei momenti in cui serve a pubblicizzare strategie di mobilità sostenibile alle quali neanche i proponenti credono più se non per gli effetti mediatici degli annunci di grandi investimenti che non arrivano mai o, se arrivano, non risolvono alcunché.

Eppure le strade ferrate e le stazioni, quelle ancora funzionanti e quelle dismesse, potrebbero regalare momenti di viaggio unici, nell’unicità dei territori attraversati da percorrere senza la distrazione di avere un volante in mano e con i cellulari muti dall’assenza di copertura. Potrebbero, perché no, diventare delle opere d’arte a cielo aperto attraverso la riqualificazione delle stazioni, dei ponti, dei viadotti e delle gallerie, ad opera di artisti locali o internazionali.

Immaginate le linee ferroviarie sarde come delle sculture che, direbbe Pinuccio Sciola, “siano in grado di dialogare con il territorio attraversato” nascondendo allo stesso tempo la freddezza delle opere in cemento e acciaio. Purtroppo non sarà così, le ferrovie, almeno in Sardegna, vengono sempre dopo le strade anche per i grandi artisti, come Pinuccio Sciola, che quella splendida idea l’hanno avuta ma per la Strada Statale “Carlo Felice”.

E, alla sua morte, grande risalto è stato dato al suo sogno di “opera a cielo aperto” per la Statale 131, da parte dei media e dei decisori politici desiderosi di dare seguito all’idea del “maestro” che, fortunatamente per loro, non aveva in mente la ferrovia ma la strada. Purtroppo anche ai grandi artisti piacciono le strade.

*Trasportista

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