Ad bestias [di Franco Masala]
Cappuccetto Rosso sbaglia fiaba e si trova davanti una lupa con due gemelli più cresciuti del solito (Vanni Cuoghi). Da una superficie oscura affiorano coccodrilli che stillano ancora gocce di sangue, poche ma brillantissime (Josephine Sassu). Insoliti ritratti formano una galleria di antenati con costumi sontuosi e maschere veneziane intorno a teste di gallinaceo che richiamano Alberto Savinio (Veronica Chessa). Sono soltanto alcune delle opere esposte nella mostra curata da Roberta Vanali con Efisio Carbone La matta bestialità. Già il titolo allusivo a Dante può suggerire la potenza di certe immagini in bilico tra uomo e bestialità secondo canoni di violenza che vengono declinati nei modi più impensati: con ironia, con furore, con distacco, tali da raffigurare i modi differenti in cui la natura dell’uomo-bestia si presenta. Così anche le tecniche utilizzate per le opere appositamente create per la mostra rispondono a caratteri e inclinazioni di artisti che hanno naturalmente formazione assai differente. Lo sberleffo della Fille Bertha nella Lingua di fuoco richiama certe esperienze di arte di strada dell’autrice; la finezza grafica di Laura Saddi si rivela nelle maschere antimiasmi Dalla morte alla vita; il delicato collage di Giorgia Atzeni costruisce un Mostro matita; il linguaggio fantastico di Daniele Serra fa emergere una Lingua rossa da un albero-mostro. Sono tappe di un ideale cammino “bestiale”, completato dalle opere altrettanto valide di Gildo Atzori, SKAN, Luigi Bove, Piercarlo Carella, Andrea Casciu, Silvia Ciccu, Ilaria Gorgoni, Valentina Sani, Daniele Santagiuliana, *Veronica Chessa, Il Conte (2016) Spazio (in)visibile Via Barcellona 75, Cagliari da giovedì a sabato, ore 19 – 21 fino al 9 luglio
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