‘e sera e mari: il bisso marino e la sua memoria [di Tito Siddi]
Sfogliando negli archivi della memoria: due indimenticabili tessitrici di bisso. Se mai ci fosse stato un premio dedicato alle “mani di fata” di qualche tessitrice, sarebbe andato sicuramente a due tessitrici di bisso vissute sino ai primi anni di questo secolo a Sant’Antioco. Sono Margherita Sitzia ed Efisia Murroni, la prima deceduta nel 2011 a 96 anni e la seconda nel 2013, dopo aver raggiunto il secolo di vita. Appresero da bambine l’arte dell’ordito frequentando la scuola di tessitura di Italo Diana: “’nu maistu ‘e sera e mari”, come è chiamato il Bisso a Sant’Antioco, che si adoperò tutti i modi intorno agli anni 1923-24 di far rinascere a Sant’Antioco questa particolare attività. Fondò infatti una scuola di tessitura che chiuse i battenti, probabilmente a fine anni quaranta, quando Italo Diana dal 1947 fino al 1959 fu chiamato ad insegnare presso l’Istituto statale d’arte di Sassari. Quella particolare scuola, che era frequentata da tante giovani donne del paese, formò tantissime tessitrici alla pratica di questa nobilissima arte. Poi, una volta chiusa la scuola, molte allieve continuarono a praticare la tessitura in vari modi e a vario titolo tessendo con maestria e rara inventiva. Così il lino, la lana, il cotone e il bisso dai riflessi d’oro, prodotto dalla pinna Nobilis, il mollusco bivalve che allora abbondava nei mari intorno all’isola sulcitana, diventavano opere d’arte di fili sottili e colorati intrecciati in telai antichi abilmente manovrati dalle loro mani. Ma trasmisero anche il loro sapere e quell’arte di forgiare abiti anticamente destinati ai Re e grandi sacerdoti ad altre allieve. L’arte praticata da Margherita Sitzia e da Efisia Murroni vive ancora oggi nei ricordi dei parenti, di chi le ha conosciute e di chi ha appreso la loro arte. “Ricorderò sempre la sua bravura e la certosina attenzione per i disegni che doveva tessere o ricamare – racconta la figlia di Margherita Sitzia, Mariangela – Mia madre –continua- dopo aver imparato dal maestro Italo Diana l’arte della tessitura poté realizzare tante opere tra cui una coperta in bisso che la scuola presentò ad una mostra a Firenze dove vinse un attestato ed una medaglia d’oro”. Tra le opere in bisso, realizzati dalla madre, Mariangela ricorda un particolare mantello che fu donato alla principessa Maria Jose di Savoia quando i reali vennero a Carbonia e incontrarono le allieve della scuola di tessitura di Sant’Antioco che orgogliosamente si presentarono vestite nell’abito tradizionale. “Rimase molto colpita dalla bellezza della principessa – racconta Mariangela- ne parlava sempre con ammirazione dopo averla incontrata in occasione della consegna del mantello in bisso”. Stessa esperienza tra il telaio e la cura della famiglia anche per Efisia Murroni. Dopo aver imparato l’arte millenaria, insegnata da Italo Diana nella sua scuola, Efisia Murroni ha continuato a tessere il bisso per tantissimi anni ed insegnare i segreti della tessitura tradizionale a giovani allieve. Due di queste, Giuseppina e Assuntina Pes, ancora oggi tessono splendidi arazzi e artistici tappeti anche se non in bisso perché la pesca delle nacchere è proibita essendo il mollusco protetto. Le opere in bisso di Efisia Murroni si possono ammirare esposti al museo etnografico di Sant’Antioco e in altri musei europei. “Tra i lavori eseguiti in bisso che amava ricordare – Racconta la figlia Gemma – una tunica spedita ad Assisi per la statua di San Francesco. Io invece ricordo una cravatta e un gilet che realizzò per mio fratello”. La bravura del tessere il bisso di Margherita Sitzia e di Efisia Murroni vivono ancora oggi nei manufatti senza tempo di cui alcuni esposti in musei, anche d’oltre mare, o conservati gelosamente da chi ha avuto la fortuna di possederli. *Giornalista e storico
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