Palestre e Parcheggi. Siamo ancora in tempo per una riflessione più meditata? [di Franco Masala]
Cagliari. 27 marzo 1954. Le ragazze del Liceo classico “Dettori” fanno educazione fisica sotto il bastioncino del Viceré in Terrapieno. Movimenti ora goffi, ora aggraziati, divise eterogenee. Il dopoguerra si fa sentire anche per la mancanza di strutture idonee allo sport. Chi non ricorda, nel viale Bonaria, la palestra della GIL, chiamata ancora così nonostante la caduta del fascismo? Le piste e gli spogliatoi furono popolati da centinaia di studenti prima che la Rai acquisisse il fabbricato, già inaugurato nel 1935 come sede della Casa del Balilla. Fu quindi un avvenimento, debitamente sottolineato nelle pagine de “L’Unione Sarda” nel febbraio1963, l’inaugurazione della palestra coperta del “Dettori”, realizzata sotto l’Aula magna. Era la prima palestra scolastica ad essere costruita con questo scopo dopo sistemazioni di fortuna, compresa quella lungo il Terrapieno, giudicata sempre inidonea ma senza alternative. Da qualche settimana, proprio lì, sopra il parcheggio coperto del viale Regina Elena si vede una serie di campi sportivi cinti da un’altissima rete e accompagnati da una avveniristica (?) struttura ricettiva adibita a bar. La realizzazione è avvenuta in tempi biblici ma l’accelerazione finale ha rivelato ciò che non era prevedibile nelle more del progetto. Così che l’esito finale è l’ennesimo scempio sotto le mura che, divenute una bella passeggiata intorno al Castello nelle parti libere degli spalti, rischiano di essere più affollate di una spiaggia a ferragosto. Si riparla infatti del parcheggio di Cammino Nuovo nel versante occidentale con il reale pericolo di una definitiva alterazione di quello che fu un munitissimum castrum. Siamo ancora in tempo per una riflessione più meditata? *Foto fornita cortesemente dalla professoressa Anna Maria Pisano © |
Le riflessioni meditate si fanno nella stesura concertata dei Piani. Se le opere si scelgono e si realizzano al di fuori di un Piano le scopriremo sempre all’ultimo, o in fase di ‘gara’ o, addirittura, in fase di realizzazione, ovvero, mai in tempo per riflettere seriamente.