Terminata l’operazione di messa in sicurezza delle opere del Museo Civico di Amatrice [di Stefano Luppi]
Il Giornale dell’Arte.com 2 settembre 2016. Tra i capolavori recuperati la «Madonna con il bambino e san Giovannino» datata e firmata Cola dell’Amatrice. Amatrice (Rieti). Oggi, mentre si continua a piangere per i 294 morti, Vasco Errani, ex governatore dell’Emilia Romagna, è stato nominato dal governo commissario straordinario per il terremoto del centro Italia. Ci sono polemiche su questo fronte perché in Emilia Romagna il lavoro gestito dal politico romagnolo di centro sinistra è valutato come positivo, per il recupero quasi completo di fabbriche e scuole, ma negativo per quanto riguarda il lento recupero dei centri storici colpiti dal sisma del 2012. Riguardo ai beni culturali, però, ieri, primo settembre, è stata una giornata importante per i recuperi del patrimonio lesionato. Sono state messe in sicurezza alcune delle principali opere del lesionato Museo Civico di Amatrice, tra le quali la pregevole tavola con «Madonna con il bambino e san Giovannino» datata e firmata Cola dell’Amatrice (1480-1547), tre capolavori dell’arte orafa del Quattrocento quali il Reliquiario della Filetta, la Croce processionale di Pinaco e la Croce processionale di Preta di Pietro Paolo Vannini. Ed inoltre la grande pala d’altare centinata raffigurante la Crocefissione con i Santi Francesco e Caterina dell’ambito del pittore cinquecentesco Giacomo Santoro da Giuliana detto Jacopo Siculo, per il cui trasporto è stato messo a disposizione un camion speciale dal Corpo Forestale dello Stato. Le opere non hanno subito danni di rilievo pur essendo molto impolverate a causa della caduta dei calcinacci dell’edificio durante le scosse sismiche. Tutte sono state trasportate presso la Scuola del Corpo Forestale dello Stato a Cittaducale (Ri), dove è stato predisposto dal Mibact un laboratorio di pronto intervento per le prime azioni di conservazione e tutela dei beni. Terminato ieri anche il recupero dell’estratto dall’originale della Sacra Sindone conservato presso la chiesa di San Francesco di Borgo a Arquata del Tronto (Ap), da cui sono stati recuperati anche un tabernacolo ligneo policromo e due teche in legno. Le opere sono state trasportate con un camion messo a disposizione dei Vigili del Fuoco e ricoverate presso il Duomo di Sant’Emidio ad Ascoli Piceno e presso l’adiacente deposito diocesano. I recuperi di beni fortemente identitari per gli abitanti di quella area d’Italia, oggi posta in piena zona rossa abbandonata dai cittadini, hanno visto anche la partecipazione dei vigili del fuoco, della Protezione civile, dei Carabinieri Tpc e dei restauratori dell’Istituto Superiore di conservazione e restauro di Roma.
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