Scuola, rapporto Save The Children: in sole 3 regioni sussidi adeguati per i libri [di Salvo Intravaia]
R.it. 08 settembre 2016. L’allarme della onlus: “Le discriminazioni economiche mortificano i ragazzi e li spingono ad abbandonare i banchi“. Settembre è arrivato, la scuola sta per ricominciare e la caccia ai libri di testo è partita. Manuali ereditati dal fratello maggiore o dal cugino e volumi usati acquistati online, ci si arrangia come si può. Quello che è certo è che la spesa per i libri scolastici pesa come un macigno sulle famiglie italiane. Secondo un rapporto di Save The Children, per la gran parte delle famigie in 17 regioni italiane l’esborso per i volumi scolastici non è mai coperto. Soltanto la Valle d’Aosta, il Trentino e il Friuli-Venezia Giulia garantiscono il comodato d’uso gratuito dei libri a tutti gli studenti che frequentano le scuole medie, a prescindere dalla loro condizione economica, perchè per le elementari i manuali sono gratuiti per tutti. Forti ritardi nell’erogazione di bonus e rimborsi, procedure di assegnazione poco flessibili e sussidi che non coprono quasi mai la spesa reale documentata dalle famiglie. Queste, secondo il rapporto di Save The Chldren, sono alcune delle cause per cui, al suono della prima campanella, molti alunni non avranno a disposizione tutto il materiale didattico. “Una discriminazione che – secondo la onlus – contravviene al principio costituzionale del diritto allo studio per tutti, contribuendo ad aggravare le diseguaglianze sociali”. I tagli delle famiglie. In assenza di contributi adeguati e tempestivi, a farne le spese, nel bilancio familiare, sono la salute e l’alimentazione. Un problema che si inserisce in un quadro non proprio idilliaco. Nel 2015, quasi una famiglia su 10 tra quelle con almeno un figlio minore ha avuto un livello di consumi al di sotto della soglia di povertà assoluta. A destare preoccupazione sono, soprattutto, gli effetti sui ragazzi: “Il mancato accesso ai libri di testo all’inizio dell’anno scolastico – spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children – crea difficoltà e mortifica i ragazzi che vedono la loro situazione economica ripercuotersi nella loro quotidianità scolastica e nel rapporto con i compagni di classe. Ne consegue in molti casi una progressiva disaffezione alla scuola, che può spingere gli studenti a lasciare anticipatamente gli studi o che può manifestarsi attraverso ritardi e assenze“. Come funziona. Il fondo per la fornitura dei libri di testo viene ripartito tra le Regioni dal Miur. Soltanto quattro su venti (Valle d’Aosta, Trentino, Friuli e Lombardia) hanno deciso di gestire autonomamente i sussidi, rapportandosi direttamente con le famiglie degli studenti. Le altre sedici regioni, invece, redistribuiscono ai Comuni la parte del fondo ricevuta, affidando loro il compito di distribuire il contributo per i libri di testo alle famiglie che ne fanno richiesta. Questo spiega perché in alcune regioni ci sono anche differenze tra città e città. La spesa. Il tetto di spesa fissato dal Miur per la prima media, entro cui le scuole sono tenute a sottostare, è di 294 euro. Sono poche le Regioni e i Comuni che riescono a coprire il cento per cento della spesa delle famiglie. Ad esempio, confrontando le percentuali di copertura delle spese per i libri di testo fornite dalle amministrazioni comunali, un bambino di prima media residente a Venezia o a Potenza, appartenente a un nucleo familiare con fascia Isee inferiore ai 10mila euro, otterrà un rimborso completo. Un coetaneo di Scalea, nella stessa situazione economica, riceverà un rimborso parziale che si attesta tra il 50 e il 60 per cento della spesa. “I ritardi nell’erogazione dei bonus e la mancata copertura della totalità delle spese delle famiglie per l’accesso ai libri di testo riscontrata dal monitoraggio necessita di un’azione urgente e coordinata. È essenziale – avverte Mlano – che si proceda a un’armonizzazione della gestione e delle misure sull’intero panorama nazionale e a un monitoraggio efficace delle erogazioni“.
|