Ordine del giorno contro l’annunciata cessione de “La Nuova Sardegna” [di Comune di Sassari]
In questi giorni la redazione de “La Nuova Sardegna” è impegnata in una dura azione di protesta contro l’annunciata cessione della testata sfociata in alcuni giorni di sciopero. La vertenza prende le mosse dalla cessione da parte del medesimo Gruppo dei quotidiani “Il Centro” di Pescara e “La città di Salerno”. A seguito della vendita di queste due testate l’unico giornale locale del Gruppo “L’Espresso” a sud della Toscana è “La Nuova Sardegna”. Come hanno scritto in un comunicato congiunto l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna e l’Associazione Stampa Sarda non si tratta di un passaggio di poco conto, «non è semplicemente una fase complicata di una vicenda aziendale: è un capitolo nuovo, allarmante e per ora molto illeggibile nella vita di un giornale che da 125 anni rappresenta una voce determinante per l’opinione pubblica isolana». Come è facile comprendere in gioco c’è un pezzo di democrazia: «è in questione il presente e il futuro dell’informazione sarda». Per queste ragioni l’assemblea dei lavoratori de “La Nuova Sardegna” ha proclamato diverse giornate di sciopero legate alle trattative sulla cessione, o l’affitto del ramo d’azienda, che i vertici del Gruppo “L’Espresso” hanno confermato di avere intavolato in forma preliminare su La Nuova Sardegna, che potrebbe dunque uscire dal perimetro del gruppo dopo “il Centro” e “La Città di Salerno”. La decisione di mettere sul mercato alcuni quotidiani locali è stata presa, ha comunicato l’editore, per completare la fusione con Itedi, la società che edita La Stampa e il Secolo XIX. Non una scelta imprenditoriale, ha detto l’amministratore delegato, ma obbligata dalla normativa. Di fatto il Gruppo “L’Espresso” ha scelto deliberatamente di abbandonare il Centro e il Sud d’Italia e di smantellare il patrimonio di giornali locali che in questi anni di crisi ha dimostrato di essere il cuore e la cassaforte dell’intero gruppo, a sostegno anche di Repubblica. Tutto questo nonostante i Cdr del Coordinamento Finegil avessero espressamente chiesto all’editore di non percorrere facili soluzioni di questo tipo, e di evitare lo smembramento di un gruppo composto da 18 testate, un patrimonio unico in tutto il panorama editoriale italiano che, così, inizia a perdere consistenza. La situazione è di grave incertezza e getta cupe ombre non solo sul futuro lavorativo di molte persone, ma sul più generale e determinante valore del pluralismo dell’informazione in un momento in cui la nostra terra vive un momento di grave crisi economica e sociale ed ha bisogno di voci autorevoli come quella del giornale fondato da Pietro Satta Branca per raccontare le vicende della nostra Isola e dare voce ai sardi. Ad un futuro incerto fa da contrappeso un passato glorioso da non disperdere a garanzia sia dei lettori, sia dei lavoratori dell’informazione. Come giustamente è stato scritto dall’Associazione della Stampa Sarda e dall’Ordine dei Giornalisti non solo: «giornalisti, ma prima ancora i cittadini e le Istituzioni che li rappresentano, hanno il diritto di conoscere il futuro dell’informazione. Hanno il dovere di pretenderlo». Per tali motivi il Consiglio Comunale di Sassari esprime vicinanza ai giornalisti e alle maestranze della Nuova Sardegna per i quali si richiedono garanzie non formali sulla tutela del loro lavoro. Il consiglio Comunale condivide la protesta dei lavoratori e la loro preoccupazione e chiede al Sindaco di attivarsi presso la Regione Autonoma della Sardegna perché si impegni affinché tutti i passaggi di questa vicenda avvengano alla luce del sole nell’interesse dei lavoratori, della democrazia nel nostro territorio e del pluralismo dell’informazione. Sassari, 21 settembre 2016
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